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Che storia! Vale la pena provare a ricostruirla, tutta. Vi sono coinvolti ben sei paesi (Francia, Bulgaria, Russia, Germania,Turchia, Polonia), un killer, Ali Agca, l'attentatore del papa (altri suoi obiettivi Bourguiba,Walesa, Dom Mintoff, Khomeini) che dice di essere Gesù Cristo. Un bel gruppo di spie (monsignori, cardinali e persino guardie svizzere) che s'infiltrano nelle stanze del papa, due giudici bulgari che giudici non sono e anzi sono ritenuti i due organizzatori del sequestro nel 1983 di Emanuela Orlandi, strumento inconsapevole del terrorismo internazionale. E non è finita: un morto che in realtà non è morto (il presunto organizzatore dell'attentato al papa), due italiani trattati come spie dal governo bulgaro per ritorsione nei confronti del nostro ma che spie non sono, un sindacalista incarcerato e poi scagionato vent'anni dopo, senza nemmeno ricevere le scuse. Omicidi, sequestri, furti, ricatti, minacce (anche ai giudici); spie, terroristi, servizi segreti al gran completo, criminalità organizzata: come in una vera spy story entrano ed escono personaggi di ogni tipo (anche un monaco benedettino con Maserati Biturbo color giallo oro, spia della Stasi), e non mancano le sorprese. I due autori, un noto giornalista e un noto magistrato che ha seguito un filone dell'inchiesta sull'attentato ed è avvocato della famiglia Orlandi, hanno lavorato su documenti e testimonianze, contro silenzi e omertà. Il loro libro entra nel cuore del Novecento, tra equilibri politici mondiali e storie personali. A distanza di trent'anni da quel giorno (13 maggio 1981), la verità deve ancora essere chiarita del tutto, anche perché il giallo non finisce mai: ancora nel 1998 l'omicidio del comandante delle guardie svizzere (con sua moglie e il vicecaporale) e il furto dei documenti che aveva con sé mandano un messaggio molto chiaro: guai a chi vuole parlare, alle spie non si fanno sconti. Mai. E questo è un monito che vale per tutti, anche per il papa.

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Ferdinando Imposimato

Ferdinando Imposimato ha seguito, come giudice istruttore del Tribunale di Roma, l’inchiesta sulla strage di via Fani e il sequestro e l’assassinio di Aldo Moro. Si è occupato anche di lotta ai sequestri di persona, di terrorismo, di mafia e di camorra, oltre che dell’attentato al papa. Entrato in magistratura nel 1964, dopo un periodo trascorso a Milano va a Roma, dove segue le inchieste sui rapimenti ottenendo la liberazione di numerosi ostaggi, tra cui Giovanna Amati e Angelo Appolloni. Istruisce inoltre importanti processi, compreso quello a Michele Sindona. Sua, nel 1981, la prima sentenza-ordinanza contro la banda della Magliana. Nel 1983 il fratello Francesco viene ucciso da Cosa nostra per una vendetta trasversale, il che lo costringe, per motivi di sicurezza, a lasciare l’Italia alla volta di Strasburgo, dove viene designato rappresentante italiano in seno all’Unione europea per il contrasto al terrorismo internazionale. A partire dal 1987 – per tre legislature – viene eletto al Parlamento come indipendente di sinistra e fa parte della Commissione antimafia. Presenta numerosi disegni di legge sulla riforma dei servizi segreti, sugli appalti pubblici, sui trapianti, sui sequestri di persona, sui pentiti, sul terrorismo, sulla dissociazione. Dopo il rientro in magistratura, è stato giudice della corte di Cassazione, dove ha raggiunto il grado di presidente onorario aggiunto. È stato presidente della Trio (Transplant Recipient International Organization) ed è direttore dell’osservatorio dell’Eurispes sulla criminalità organizzata in Italia. Con Sandro Provvisionato e Giuseppe Pisauro ha scritto il libro Corruzione ad alta velocità (Koinè 1999). È autore, per la stessa casa editrice, anche di Terrorismo internazionale (2002), Vaticano: un affare di Stato (2003) e La grande menzogna (2006), sugli attentati dell’11 settembre 2001. In Francia è uscito Un juge en Italie (Éditions de Fallois 2000). Per Chiarelettere ha pubblicato insieme a Provvisionato nel 2008 il libro Doveva morire sul caso Moro, nel 2011 Attentato al papa.

Sandro Provvisionato

Sandro Provvisionato, giornalista professionista, da undici anni è coautore di Terra!, il settimanale di approfondimento del Tg5, e direttore del sito internet misteriditalia.it. Nel dicembre 1975 è direttore di Radio Città Futura. Nel 1977 comincia a lavorare per l’Ansa, dove rimane per dodici anni: da praticante a capo della redazione politica, trascorrendo un lungo periodo alla cronaca, dove si occupa di terrorismo. Dal 1989, come inviato speciale, segue per il settimanale «L’Europeo» tutte le vicende più scottanti della cronaca e della politica nazionale: dalla strage di Ustica alle stragi di mafia del ’92-93, fino a Tangentopoli. Nel 1993 assume l’incarico di capo della Cronaca del Tg5, alla cui guida rimane fino al 1995 per poi passare alla redazione Inchieste. Conduttore del Tg5 della notte, nel 1999, come inviato, segue tutta la guerra del Kosovo. Sarà poi in Libano e in Iraq. Dal settembre 2000, con Toni Capuozzo, è autore di Terra!, di cui è anche conduttore. Docente di giornalismo investigativo in diversi master universitari, ha vinto vari premi e fa parte della giuria del Premio Ilaria Alpi. È direttore del Ceas (Centro alti studi per la lotta al terrorismo) e della nuova web tv misteriditalia.tv. È autore di diversi libri, fra cui La notte più lunga della Repubblica. Destra e sinistra: ideologie, estremismi, lotta armata (Serarcangeli 1989; con Adalberto Bandoni), Misteri d’Italia (Laterza 1994), Segreti di mafia (Laterza 2004), Giustizieri sanguinari: i poliziotti della Uno bianca (Pironti 1995), Uck: l’armata dell’ombra (Gamberetti 1999) dedicato al Kosovo, e Anni di piombo (Sperling & Kupfer 2009; con Adalberto Baldoni). Con Imposimato ha pubblicato Doveva morire (Chiarelettere 2008) e Attentato al papa (Chiarelettere 2011).

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