«Un vero e proprio tesoro per noi lettori del XXI secolo.»
il Venerdì di Repubblica - Bruno Arpaia
«Alonso de Contreras era molto intelligente: lo dimostra il suo libro, che brilla e scintilla di sottigliezze. Era preciso: precisissimo; come deve essere uno scrittore di razza. »
la Repubblica - Pietro Citati
«Soddisfatto di aver vissuto e di continuare a vivere, orgoglioso dell'ombra che gettano i suoi vecchi stivali, il capitano Contreras ci racconta il suo mondo da dentro, con la tranquilla sicurezza di chi non ne conosce altri. E nemmeno ne ha bisogno.»
Arturo Pérez-Reverte
È il 1630 quando il capitano Alonso de Contreras affida alla carta e all’inchiostro le proprie memorie militaresche (e umane). Come fecero del resto molti tra i soldati spagnoli di fanteria dell’epoca all’approssimarsi del tramonto dell’esistenza; chi per ottenere favori o riconoscimenti, chi per vanagloria o nella speranza di lasciare una traccia di sé ai posteri. Tutti o quasi accomunati da una scrittura onesta e sobria, da un lato ereditata dall’abitudine al resoconto asciutto, tipica di soldati e veterani qual è Contreras, dall’altro per lo scarso se non inesistente bagaglio culturale dell’autore, che ne diventa paradossalmente il punto di forza.
«Sono proprio l’assenza di ambizioni letterarie, la goffaggine narrativa, l’ingenuità tecnica a rendere così singolari quei racconti. Che, quanto ad esattezza priva di erudizione, naturalezza elementare, efficace e disinibita alta capacità descrittiva, superano la scrittura di mestiere trasformando ogni testimonianza in una miniera d’oro», come sottolinea l’autore della Prefazione. Disseppellita dall’oblio dopo tre secoli, infatti, l’autobiografia di De Contreras conquista la crème degli intellettuali europei di inizio Novecento, da José Ortega y Gasset a Sciascia, approdando sulla scrivania di Leo Longanesi negli anni ’40 e ispirando, mezzo secolo dopo, ad Arturo Pérez-Reverte il personaggio del capitano Alatriste. Tra i suoi punti di forza, il linguaggio vero, amalgama di un parlato e della lingua franca che risuonava nei porti del Mediterraneo dell’epoca, la sua sincerità, la memoria strabiliante, lo slancio narrativo che mai si sovrappone alla verità e che lo rende incredibilmente moderno e attuale.
il Venerdì di Repubblica - Bruno Arpaia
«Alonso de Contreras era molto intelligente: lo dimostra il suo libro, che brilla e scintilla di sottigliezze. Era preciso: precisissimo; come deve essere uno scrittore di razza. »
la Repubblica - Pietro Citati
«Soddisfatto di aver vissuto e di continuare a vivere, orgoglioso dell'ombra che gettano i suoi vecchi stivali, il capitano Contreras ci racconta il suo mondo da dentro, con la tranquilla sicurezza di chi non ne conosce altri. E nemmeno ne ha bisogno.»
Arturo Pérez-Reverte
È il 1630 quando il capitano Alonso de Contreras affida alla carta e all’inchiostro le proprie memorie militaresche (e umane). Come fecero del resto molti tra i soldati spagnoli di fanteria dell’epoca all’approssimarsi del tramonto dell’esistenza; chi per ottenere favori o riconoscimenti, chi per vanagloria o nella speranza di lasciare una traccia di sé ai posteri. Tutti o quasi accomunati da una scrittura onesta e sobria, da un lato ereditata dall’abitudine al resoconto asciutto, tipica di soldati e veterani qual è Contreras, dall’altro per lo scarso se non inesistente bagaglio culturale dell’autore, che ne diventa paradossalmente il punto di forza.
«Sono proprio l’assenza di ambizioni letterarie, la goffaggine narrativa, l’ingenuità tecnica a rendere così singolari quei racconti. Che, quanto ad esattezza priva di erudizione, naturalezza elementare, efficace e disinibita alta capacità descrittiva, superano la scrittura di mestiere trasformando ogni testimonianza in una miniera d’oro», come sottolinea l’autore della Prefazione. Disseppellita dall’oblio dopo tre secoli, infatti, l’autobiografia di De Contreras conquista la crème degli intellettuali europei di inizio Novecento, da José Ortega y Gasset a Sciascia, approdando sulla scrivania di Leo Longanesi negli anni ’40 e ispirando, mezzo secolo dopo, ad Arturo Pérez-Reverte il personaggio del capitano Alatriste. Tra i suoi punti di forza, il linguaggio vero, amalgama di un parlato e della lingua franca che risuonava nei porti del Mediterraneo dell’epoca, la sua sincerità, la memoria strabiliante, lo slancio narrativo che mai si sovrappone alla verità e che lo rende incredibilmente moderno e attuale.
Book details
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Publisher
-
Original text
Yes -
Language
Italian -
Publication date
-
Page count
256 -
Collection
About the author
Alonso De Contreras
Alonso de Contreras (1582-1641?) fu un militare e un avventuriero spagnolo. Da quando, all’età di quattordici anni, si arruolò nella campagna delle Fiandre, la sua vita fu una continua avventura: lottò contro l’avanzata islamica, sbarcò in quasi ogni porto del Mediterraneo, affrontò Sir Walter Raleigh nei mari delle Indie occidentali e fu perfino governatore dell’Aquila e di Pantelleria.