Questa del Principe sembra una fiaba, ma non lo è. È una storia vera. Una storia di vita, di morte e di vita. Il Principe – «alla cui ombra amava sostare Sigmund Freud e che certamente è stato ammirato anche da Robert Musil», ci ricorda Rigoni Stern nel suo Arboreto salvatico – non era solo un monumento della natura o l’albero dei primati, non era solo meta di incessanti pellegrinaggi da parte di escursionisti, botanici, curiosi e amanti di riti propiziatori delle selve. C’era, in quell’abete bianco, un elemento immateriale che aveva a che fare con gli abitanti dell’Altopiano, gli eredi degli antichi Cimbri. Ecco perché dopo il suo schianto, avvenuto durante una tempesta di vento, giornali e televisioni annunciarono: «L’Altopiano ha perso la sua anima». Ma si sbagliavano. L’anima, un certo tipo di anima, prese forma da quel nobile legno grazie alle mani di un maestro liutaio, così come i due violini, la viola e il violoncello che l’avrebbero contenuta. E il Principe canterà per i secoli futuri. A partire da questa vicenda, Ferrari ci invita a seguirlo nel fitto del bosco dove tesse una trama esemplare, un vero apologo che ci esorta a scardinare la contrapposizione uomo-natura e al contempo a liberarci dalla mitizzazione del selvaggio, per trovare nella cura attiva dell’ambiente la via necessaria a preservare il pianeta e noi stessi.
Book details
-
Publisher
-
Original text
Yes -
Language
Italian -
Original language
Italian -
Publication date
-
Page count
112 -
Collection
About the author
Marco Albino Ferrari
Marco Albino Ferrari, scrittore, giornalista, divulgatore, è una delle voci più autorevoli della cultura di montagna. Ha ideato e diretto la rivista Meridiani Montagne. Ha curato diverse collane editoriali e pubblicato numerosi libri, tra i quali, con Ponte alle Grazie, Frêney 1961, La via incantata e Mia sconosciuta, candidato allo Strega e vincitore del Premio ITAS; con Einaudi In viaggio sulle Alpi e Assalto alle Alpi. Ha vinto numerosi premi: due volte il Gambrinus, il Premio Cortina, Giornalista dell’anno ANA, il Majella, il Pelmo d’Oro.