L’Orestea, scrive Ezio Savino nella sua nota storica, è «un indimenticabile pezzo di maestria teatrale». Il fasto architettonico della scena e la sua ricchezza di suggestioni; il saggio impiego dell’ambiguità, in un dramma di nascosti rancori e sospirate vendette; la lingua poetica che non parla, ma che scolpisce e dipinge, evoca spazi e solitudini immense, addensa emozioni e sentimenti contrastanti; la variazione sapiente del ritmo e l’uso della “suspense”, che inceppa l’azione sospesa sull’orlo del gesto, quadro plastico d’orrore teso: ecco gli elementi di questa «maestria». La volontà degli eroi di Eschilo è un rovello interiore, non più un dio che dall’esterno guida e sospinge. Il dovere di scegliere è il polo tragico del suo teatro: colpire o ritrarsi? Soffocare o sciogliere la guerra interiore che ci strazia?
                          
                          
                          
                        Dettagli libro
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Editore
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Testo originale
Sì - 
        
        
Lingua
Italiano - 
        
Lingua originale
Greco moderno (dal 1453) - 
        
Data di pubblicazione
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Numero di pagine
151 - 
        
Argomento
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Collana
 
Sull'autore
Eschilo
          Eschilo (525 ca - 456 a.C.) è un poeta tragico greco di Eleusi. Fra le sue tragedie, circa 90, poche ci sono giunte per intero.
      
  
