FANTASMI CHE DIVORANO LA NOTTE.
CUPE OMBRE RIFLESSE NEL VUOTO.
LA PAURA SI SPECCHIA NELLA FOLLIA.
Quando il reale trascende i confini dell’ignoto, e la vita precipita in un incubo gravido di sventure, non esiste barriera tra finzione e follia. In questa raccolta Mary Elizabeth Braddon racconta l’abisso dell’imprevedibile, l’orrore celato nelle voragini dell’io. Braccia senza vita stringono promesse tradite, specchi evocano realtà illusorie, fantasmi senza nome bramano vendetta: in un gioco
di riflessi dove la luce più abbagliante collassa nell’abisso più nero, sette racconti esplorano le crepe di un mondo che rovina nell’oblio, svelando l’inconscio che alberga in noi nel suo sinistro bagliore.
CUPE OMBRE RIFLESSE NEL VUOTO.
LA PAURA SI SPECCHIA NELLA FOLLIA.
Quando il reale trascende i confini dell’ignoto, e la vita precipita in un incubo gravido di sventure, non esiste barriera tra finzione e follia. In questa raccolta Mary Elizabeth Braddon racconta l’abisso dell’imprevedibile, l’orrore celato nelle voragini dell’io. Braccia senza vita stringono promesse tradite, specchi evocano realtà illusorie, fantasmi senza nome bramano vendetta: in un gioco
di riflessi dove la luce più abbagliante collassa nell’abisso più nero, sette racconti esplorano le crepe di un mondo che rovina nell’oblio, svelando l’inconscio che alberga in noi nel suo sinistro bagliore.
Book details
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Publisher
-
Original text
Yes -
Language
Italian -
Original language
English -
Page count
240 -
Collection
About the author
Mary Elizabeth Braddon
Mary Elizabeth Braddon (1835-1915) è una scrittrice inglese dell’età vittoriana. Autrice di oltre settanta romanzi appartenenti al genere gotico, ottiene riconoscimento e fama grazie alla sua prima opera Lady Audley’s Secret (1862), ancor’oggi oggetto di pièce teatrali e trasposizioni cinematografiche. Fondatrice di «Belgravia Magazine» (1866), che offriva ai lettori romanzi serializzati, poesie, racconti di viaggio e biografie, nonché saggi su moda, storia e scienza, è stata curatrice della rivista britannica «Temple Bar».