LA STORIA VERA CHE HA ISPIRATO IL NUOVO FILM DI ROBERT ZEMECKIS IN USCITA A OTTOBRE 2015 «Un libro straordinario... Avvincente come un thriller» The Indipendent «Fu Philippe Petit che unì le Twin Towers, in un atto d'estasi e di bellezza. Adesso che un atto di terrore le ha distrutte, questo libro le riunisce e le resuscita, disobbediendo alla gravità» Werner Herzog «È bello ricordare quel mattino del 1974, quando un giovane fece a New York un omaggio stupefacente, indelebile bellezza» Paul Auster «Philippe Petit è un artista e il suo teatro è il cielo» Robbie Williams La mattina del 7 agosto del 1974, centomila newyorkesi si fermarono in strada per guardare estasiati un uomo che camminava su un filo che aveva teso clandestinamente fra le Torri gemelle del World Trade Center. Quel puntino che passeggiando e danzando nell’aria a 412 metri da terra attraversò otto volte il cielo fra i due edifici non ancora inaugurati era Philippe Petit, un ventiquattrenne funambolo francese. Questo libro è il racconto appassionante di un’impresa divenuta leggendaria: dalla progettazione meticolosa, con frustrazioni, problemi e infinite difficoltà, al reclutamento dei complici, fino alle perlustrazioni segrete nelle Torri ancora in costruzione. La prosa sorprendente di Petit, euforica e senz’altro funambolica, i suoi schizzi e le fotografie scattate dai suoi amici fanno di questo libro un filo prodigiosamente sospeso tra la terra e il cielo, da percorrere con leggerezza, «disobbedendo alla gravità». Ora che le Torri non ci sono più, la traversata di quest’uomo indocile, geniale e romantico è diventata un simbolo. Il filo e la danza di Philippe Petit riempiono quel vuoto con un messaggio di speranza.
Book details
-
Publisher
-
Language
Italian -
Original language
English -
Publication date
-
Page count
254 -
Collection
About the author
Philippe Petit
Nato in Francia, Philippe Petit ha scoperto la magia e la prestidigitazione quando era ancora un bambino e ha mosso i primi passi sul filo a sedici anni. Autodidatta, si è fatto espellere da cinque scuole. Ha imparato a cavalcare, a tirare di scherma, ad arrampicarsi, a disegnare; si intende anche di falegnameria (ha costruito, tutto da solo, un granaio sulle Catskill Mountains utilizzando la tecnica e gli attrezzi dei carpentieri del Diciottesimo secolo) e ha studiato persino l’arte della tauromachia. È sui marciapiedi di Parigi che è diventato un artista di strada, dando vita a quel personaggio folle, brillante e silenzioso con cui ancora oggi intrattiene il suo pubblico. Da oltre trent’anni ormai vive a New York ed è Artist-in-Residence presso la cattedrale di Saint John the Divine, la più grande chiesa gotica del mondo.
La sua decennale attività di funambolo conta oltre ottanta esibizioni in tutto il mondo, tra cui la più celebre, al centro di un libro Toccare le nuvole (Ponte alle Grazie, 2003) che nel 2008 ha ispirato un documentario (Man on Wire per la regia di James March), è stata quella tra le Torri gemelle del World Trade Center nel 1974. Nel 2009 Ponte alle Grazie ha riproposto la nuova edizione del suo saggio-cult, Trattato di funambolismo.