Tre colpi di genio e una pessima idea
Ascesa e caduta di uno scienziato squinternato
Silvia Bencivelli
«Vita avventurosa e finale inglorioso di Charles-Édouard Brown-Séquard, medico, neurologo, endocrinologo ante litteram, luminare a lungo rispettato tra America ed Europa, autore di molte e importanti scoperte, e infine propugnatore di una presunta «miracolosa» soluzione acquosa per il rinvigorimento in età senile. La storia dell'incredibile ascesa e del rovinoso declino di un medico dell’Ottocento, in un momento in cui dalla medicina ci si poteva aspettare di tutto.»
Di Charles-Édouard Brown-Séquard (1817-1894) si sa poco, benché sia stato uno dei padri riconosciuti dell’endocrinologia e un pioniere delle neuroscienze, e nonostante in clinica si usi ancora il suo nome per riferirsi a una precisa sindrome neurologica. Al suo apogeo fu senza dubbio uno dei medici più famosi e influenti del mondo, uno di quelli che in condizioni normali avrebbe ottenuto mezzi busti in bronzo nelle piazze delle città di tre continenti. E invece su di lui è calato un silenzio imbarazzato.
Nativo di Mauritius, cittadino britannico di cultura francese, Brown-Séquard era un uomo a dir poco inquieto. Ventenne va in Francia per tentare la carriera letteraria, ma finisce per studiare medicina e costruirsi una carriera importante. Attraversa l’Atlantico ben sessantasei volte, sempre alla ricerca del luogo migliore in cui sviluppare le proprie ricerche, scala a fatica i gradini di un’accademia a lui sempre un po’ ostile, fino a quando torna a Parigi, dove finalmente riesce a ottenere la cittadinanza francese e a diventare professore. E proprio allora, nel 1889, compie il suo grande passo falso.
Dopo aver dato contributi fondamentali alla nascente neurologia e dopo aver intuito tra i primi l’esistenza degli ormoni, si presenta infatti alla Société de Biologie annunciando la scoperta di un «fluido miracoloso» a base di testicoli di cane, sostenendo di essersene iniettato dieci dosi e di essere tornato forte come un ragazzino. A dimostrarlo, il fiotto di urina, rinvigorito e potente come un tempo. Non aggiunge altro, ma per tutti il sottinteso pruriginoso è solo un passo più in là.
A credergli, inizialmente, non sono in pochi (persino Émile Zola e Louis Pasteur fanno uso del suo fluido portentoso), ma poi la scienza fa il suo corso, procede per vie sperimentali, e a prevalere è il ridicolo sul magico. Si decreta così la fine – ingiusta, in fondo – della reputazione di uno scienziato eccezionale, che Silvia Bencivelli ci riconsegna, vivido e irrequieto, in queste pagine.
Di Charles-Édouard Brown-Séquard (1817-1894) si sa poco, benché sia stato uno dei padri riconosciuti dell’endocrinologia e un pioniere delle neuroscienze, e nonostante in clinica si usi ancora il suo nome per riferirsi a una precisa sindrome neurologica. Al suo apogeo fu senza dubbio uno dei medici più famosi e influenti del mondo, uno di quelli che in condizioni normali avrebbe ottenuto mezzi busti in bronzo nelle piazze delle città di tre continenti. E invece su di lui è calato un silenzio imbarazzato.
Nativo di Mauritius, cittadino britannico di cultura francese, Brown-Séquard era un uomo a dir poco inquieto. Ventenne va in Francia per tentare la carriera letteraria, ma finisce per studiare medicina e costruirsi una carriera importante. Attraversa l’Atlantico ben sessantasei volte, sempre alla ricerca del luogo migliore in cui sviluppare le proprie ricerche, scala a fatica i gradini di un’accademia a lui sempre un po’ ostile, fino a quando torna a Parigi, dove finalmente riesce a ottenere la cittadinanza francese e a diventare professore. E proprio allora, nel 1889, compie il suo grande passo falso.
Dopo aver dato contributi fondamentali alla nascente neurologia e dopo aver intuito tra i primi l’esistenza degli ormoni, si presenta infatti alla Société de Biologie annunciando la scoperta di un «fluido miracoloso» a base di testicoli di cane, sostenendo di essersene iniettato dieci dosi e di essere tornato forte come un ragazzino. A dimostrarlo, il fiotto di urina, rinvigorito e potente come un tempo. Non aggiunge altro, ma per tutti il sottinteso pruriginoso è solo un passo più in là.
A credergli, inizialmente, non sono in pochi (persino Émile Zola e Louis Pasteur fanno uso del suo fluido portentoso), ma poi la scienza fa il suo corso, procede per vie sperimentali, e a prevalere è il ridicolo sul magico. Si decreta così la fine – ingiusta, in fondo – della reputazione di uno scienziato eccezionale, che Silvia Bencivelli ci riconsegna, vivido e irrequieto, in queste pagine.
Book details
-
Publisher
-
Original text
Yes -
Language
Italian -
Original language
Italian -
Publication date
-
Page count
200 -
Collection
About the author
Silvia Bencivelli
SILVIA BENCIVELLI è giornalista scientifica, scrittrice, autrice e conduttrice radiotelevisiva, medica. È tra gli autori e i conduttori di Rai Cultura e di Radio3 Rai e ha lavorato con Rai3. Insegna Comunicazione della scienza alla Sapienza e in altre sedi. Scrive per il Venerdì di Repubblica e Le Scienze ed è autrice di podcast. Ha pubblicato diversi libri tra cui Eroica, folle e visionaria. Storie di medicina spericolata (Bollati Boringhieri) e Il dubbio e il desiderio. Eva Mameli Calvino (Electa).