Africa a cronometro Cronaca della «Mille Miglia Nera»

Africa a cronometro

Cronaca della «Mille Miglia Nera»

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IL PRIMO RALLY ALGERI-CITTÀ DEL CAPO: UNA TRANSAHARIANA FRA NUVOLARI ED HEMINGWAY NEL CLASSICO INTROVABILE DI EGISTO CORRADI, INVIATO SPECIALE DEL «CORRIERE DELLA SERA»

«Guardo le ruote e penso ai milioni e milioni di giri fatti, e ripenso all’Africa, a sedicimila chilometri di piste e strade d’Africa. Cinquanta giorni d’Africa, cronometro alla mano notte e giorno tutta l’Africa da nord a sud, Africa a cronometro.»

Così Egisto Corradi conclude il reportage del primo Rally Mediterraneo Algeri - Città del Capo, a cui partecipò nella duplice veste di giornalista e corridore. Un reportage, un libro di viaggio appassionante che prende spunto da una corsa automobilistica senza precedenti: fra il 26 dicembre 1950 e il 23 febbraio 1951 trentacinque equipaggi di sette paesi percorsero più di quindicimila chilometri di strade e piste attraversando l’Africa da Nord a Sud. Un’impresa impossibile, oggi, in un continente devastato da conflitti e guerre civili.
Lo spirito di questa competizione, a cinque anni dalla fine della seconda guerra mondiale, non è unicamente né principalmente sportivo: si tratta in qualche modo di prendere le misure di un’Africa sulla via della decolonizzazione da parte dei paesi della «Vecchia Europa» alla soglia del boom economico. Incidentalmente, gli equipaggi italiani ottengono anche piazzamenti eccellenti.
E l’autocarro della Lancia, Croce del Sud, su cui viaggia Corradi, arriva secondo nella sua categoria. È un successo dell’industria automobilistica italiana, che il giornalista del «Corriere della Sera» non manca di sottolineare, anche se il suo entusiasmo, la sua curiosità, il suo interesse sono rivolti ai paesaggi e alle genti di un’Africa tutto sommato ancora vergine e misteriosa che, a quasi settant’anni di distanza, ci appare immensamente lontana.

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Sull'autore

Egisto Corradi

Egisto Corradi (1914-1990), di origini contadine, si laureò in Economia e commercio e iniziò a lavorare come giornalista alla «Gazzetta di Parma» prima di passare al «Corriere della Sera». Fu inviato speciale in Ungheria nel 1956, nel Congo, in Vietnam, in Cecoslovacchia nel 1968, in Afghanistan. In Italia fu testimone di eventi come il disastro del Vajont e il terremoto del Belice. Nel 1973 lasciò il «Corriere della Sera» per «Il Giornale» di Indro Montanelli. Fra i suoi libri, oltre a «Africa a cronometro», ricordiamo «La ritirata di Russia», «Stalingrado», «L’avvocato», «Dalle zone calde».

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