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Un giovane egiziano sconta una pena di due anni in un carcere italiano, da cui una volta è già evaso per la sua capacità di scivolare tra le sbarre, ma a cui ora si rassegna. Infatti la separazione forzata dal mondo alimenta ricordi, pensieri e visioni che ci è immerso nello scorrere della vita non avverte. Tutto si raffina, si centellina, in questo vuoto esistenziale, diviene racconto, scrittura.

«I muri sono pieni di scritte e vengono bussati da tutte e due le parti, da tutte e due le facce. Forse il carcere ha un suono, una scrittura. Grazie a queste mura impariamo la distanza, il lontano.»

Dettagli libro

Sull'autore

Antonio Ferrara

Antonio Ferrara è nato nel 1957 a Portici, in provincia di Napoli, e dopo aver compiuto studi artistici si è trasferito a Novara. Qui ha lavorato per sette anni presso una comunità alloggio per minori, dove ha imparato a frequentare i sogni dei bambini e a non prendersi mai troppo sul serio. Scrivere e illustrare racconti per bambini e per ragazzi gli serve per risarcirli e intanto a camminare ancora tra i sentieri del bosco, alla ricerca di incontri formidabili. Gli piacciono, quei sentieri, perché lì si cammina con scarpe fatate, che rendono il passo leggero e misterioso. Gli ultimi libri che ha pubblicato: Come i pini a Ramallah e La vita al Centro (2003); A braccia aperte, Perché, I suoni che non ho mai sentito e Il sorriso del nonno (2004).