Giardini in tempo di guerra Il giardino è il rifugio dell'uomo, il suo santuario

Giardini in tempo di guerra

Il giardino è il rifugio dell'uomo, il suo santuario

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Nel 1992, quando scoppia la guerra in Bosnia, Teodor Cerić, studente di Lettere e poeta, lascia Sarajevo: per sette anni, cerca rifugio sulle strade d’Europa, lavorando dove capita e visitando giardini, spesso sconosciuti, marginali, nati dai sogni e dai desideri più intimi dei loro creatori. Durante questa lunga erranza, elaborerà un pensiero sul giardino fondato su una concezione romantica della natura, pensiero che sorge dalla visita di questi luoghi di cui Cerić coglie la dimensione poetica e esistenziale, e soprattutto la capacità di sfuggire al disastro della Storia, alla perversione della civiltà. Dal giardino-cimitero di Derek Jarman passando per il voluttuoso Monte Caprino nascosto tra i colli di Roma, Cerić è la guida di un’escursione letteraria e bucolica, sognante e metaforica, alla ricerca di un rifugio – il giardino - in cui il mondo diventi finalmente abitabile.

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Sull'autore

Teodor Ceric

TEODOR CERIĆ è uno pseudonimo dell’autore e storico dei giardini Marco Martella che, dopo aver rivestito i panni di Jorn de Précy nel fortunatissimo E il giardino creò l’uomo (Ponte alle Grazie, 2012), si cala qui in un altro personaggio. Ha scritto numerose pubblicazioni sull’arte e sulla storia dei giardini, tra cui Tornare al giardino (2016) e Un piccolo mondo, un mondo perfetto (2019), entrambi usciti per Ponte alle Grazie. Vive a Parigi dove dirige la rivista Jardins, da lui fondata nel 2009.

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