Il Conde Alla foce

Il Conde

Alla foce

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«Lo spunto è nato dalla realtà. Mentre mi trovavo in Portogallo ho letto per caso su un giornale la notiziola dei festeggiamenti a un vecchio che da molti anni ripescava i morti da un fiume.» Così Claudio Magris presenta Il Conde, pubblicato per la prima volta il 23 dicembre 1990 sul «Corriere della Sera» con il titolo Io, pescatore di anime morte. In questo racconto ritornano alcuni dei temi più cari all’autore: indifferenza, amore, oblio sono qui personificati non solo e non tanto dalla figura del Conde, a metà tra «angelo custode» e «controllore al mattatoio», quanto dal protagonista senza nome, suo compagno e sua vittima, un uomo alla ricerca di sé stesso nelle acque paludose del fiume Douro.

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Sull'autore

Claudio Magris

Claudio Magris è nato a Trieste nel 1939. Docente universitario, collabora al «Corriere della Sera». Tra le sue opere, nel catalogo Garzanti, ricordiamo Dietro le parole (1978), Itaca e oltre (1982), Illazioni su una sciabola (1984), Danubio (1986), Un altro mare (1991), Microcosmi (1997, Premio Strega), Utopia e disincanto (1999), Alla cieca (2004), La storia non è finita (2006), Lei dunque capirà (2006), Alfabeti (2008), Livelli di guardia (2011) e Ti devo tanto di ciò che sono. Lettere con Biagio Marin (2014). Nel 2015, con romanzo Non luogo a procedere, è stato premiato da «la Lettura» come miglior libro e miglior autore dell’anno. Nel 2019 è uscito Tempo curvo a Krems.