La fattoria delle magre consolazioni

La fattoria delle magre consolazioni

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«Per carità, non perdetevi ‘La Fattoria delle Magre Consolazioni’. Si ride di gusto a ogni pagina e si capiscono molte cose sulle donne, gli uomini, e la letteratura. È scritto con eccentrica grazia e sguardo senza pietà per nessuno.»
Il Sole 24 Ore - Laura Lepri

«Una delle storie più divertenti della letteratura anglosassone.»
L'Espresso - Mario Fortunato

Una raffinata educazione serve a poco se ci si ritrova orfane, a vent’anni, senza un soldo e incapaci di guadagnarsi da vivere. È così che Flora va a vivere nel Sussex, presso alcuni lontani parenti che hanno una fattoria dal nome davvero poco attraente: la Fattoria delle Magre Consolazioni. In più, i parenti sono parecchio eccentrici, la fattoria è in rovina e la matriarca – che ha smarrito la ragione dopo aver visto “qualcosa di orribile nella legnaia” settant’anni prima – domina sulla famiglia intera. Novella Alice nel Paese delle (non) Meraviglie, Flora non si lascia intimidire da quella follia diffusa e, armata di buonsenso e determinazione, cerca di raddrizzare fattoria e famiglia… Trascinante e sorprendente, La Fattoria delle Magre consolazioni è stato definito dal Sunday Times “il libro più divertente che sia mai stato scritto”.

Dettagli libro

Sull'autore

Stella Gibbons

Stella Gibbons (1902-1989) si diplomò in giornalismo alla London University nel 1923 e lavorò per la “British United Press”, l’“Evening Standard” e “The Lady”. La Fattoria delle Magre Consolazioni, il suo primo romanzo, fu pubblicato nel 1932 e divenne un immediato bestseller (tranne che nello Stato Libero d’Irlanda, da cui fu bandito per l’esplicita approvazione delle pratiche contraccettive). Da allora è sempre stato in commercio, evento piuttosto raro nel mondo editoriale. Nel ’34 vinse il Prix Femina Vie Heureuse. Più volte adattato per la televisione e la radio dalla BBC, nel 1995 John Schlesinger diresse il film, la cui sceneggiatura fu scritta da Malcolm Bradbury. Le critiche furono in ugual misura positive e negative per lo stesso motivo: era una donna ed era divertente. Inoltre l’aver distrutto un genere, quello rurale, passionale-gotico molto in voga all’epoca (si pensi a Thomas Hardy e D.H. Lawrence tra gli altri) non le guadagnò una grande simpatia tra i critici.

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