Racconto matematico Memorie impersonali con divagazioni

Racconto matematico

Memorie impersonali con divagazioni

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Quante volte, a scuola, ci hanno esortati a non divagare? Ci sono poi materie – la matematica innanzitutto – che ancor meno di altre sembrano tollerare delle diversioni. Eppure Michele Emmer, tra i più noti matematici italiani, non esita a uscire dall’abituale tracciato logico-deduttivo che porta alla dimostrazione, per addentrarsi in animate vie laterali, dove i numeri incrociano storie di donne e di uomini, vanno al cinema, a teatro e alle mostre d’arte, si intendono di poesia, filosofia, letteratura e architettura. Insomma, prendono colore. «Sono molto stringati i lavori dei matematici, raccolgono solo i risultati giusti, non parlano dei dubbi, dei cambiamenti, degli errori. Sembrano tavole della legge immutabili, scritte così perché così dev’essere. Quando invece si narra, bisogna saper raccontare, non basta essere intelligenti». In queste pagine intelligenza matematica e narrazione scoprono la loro congenialità, vagando felicemente tra la preistoria e l’oggi, con il gusto di molti incontri inaspettati e il piacere di ritrovare qualche volto conosciuto: rivediamo la Medaglia Fields Cédric Villani, passato di recente dalle derivate parziali agli scranni parlamentari, o il mistico russo Pavel A. Florenskij, che fino all’ultimo si è battuto per non ridurre la matematica a «disciplina morta», ma assistiamo anche allo storico «sermone» di Luca Pacioli su Euclide nella Venezia del 1508, di fronte a un uditorio inimmaginabile ai nostri giorni, e ci appassioniamo alle avventure millenarie di una superficie continua che dalle culture precolombiane arriva alla teoria psicoanalitica di Jacques Lacan, si imprime sulle sculture di Max Bill e ispira le sperimentazioni topologiche di Zaha Hadid. Ed è proprio la geometria impersonale del nastro di Möbius, che scivola via senza inciampi, a dare forma al saggio avvolgente di Emmer, in cui l'intero mondo della vita appare scritto in vibranti caratteri matematici.

Dettagli libro

Sull'autore

Michele Emmer

Michele Emmer ha insegnato Matematica all’Università La Sapienza di Roma. Si è sempre occupato dei rapporti tra cinema, arte e matematica. Ha realizzato ventiquattro film e numerose mostre: nel 2019 Bolle di sapone. Forme dell’utopia tra vanitas, arte e scienza, alla Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia, e Mimmo Paladino, Sulla Mathematica, a Palazzo Loredan di Venezia. Dal 1997 organizza a Venezia gli incontri annuali – unici in Europa – dedicati a «Matematica e Cultura». Presso Bollati Boringhieri ha pubblicato Visibili armonie. Arte, cinema, teatro e matematica (2006), Bolle di sapone. Tra arte e matematica (2009, Premio Viareggio per la Saggistica) e Numeri immaginari. Cinema e matematica (2011), Racconto matematico. Memorie impersonali con divagazioni (2019) e ha introdotto Flatlandia. Un’avventura di molte dimensioni di Edwin A. Abbott (2008, n. ed. 2019).

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