
Un romanzo familiare fra memoria e mito, un’autentica sorpresa letteraria.
«Susanna Colussi sa raccontare, conosce il ritmo narrativo, ha il dono del ritratto fulminante e del dialogo, sa dosare il suo dialetto dentro un italiano affabile e piano. [...] Con questo libro Susanna merita di uscire dall'ombra del figlio»
Corriere della Sera - Paolo Di Stefano
«Susanna è un'affabulatrice portentosa. Finito il libro avventurosissimo, ti domandi: ‘E poi?' Non vorresti mai che finisse»
Tuttolibri La Stampa - Ferdinando Camon
Per anni Susanna Colussi, con ogni probabilità all’insaputa del figlio, Pier Paolo Pasolini, si dedicò al racconto delle vicende della propria famiglia: riempì ventuno quaderni, rinvenuti dopo la sua morte e pubblicati grazie alla cura della nipote Graziella Chiarcossi. Dall’epoca napoleonica agli inizi del Novecento, in Romanzo di famiglia si intrecciano la storia dei Colùs di Casarsa della Delizia e la Storia d’Italia – e non solo d’Italia, poiché la migrazione, in nome di un ideale o a causa della disperazione, è qui elemento ricorrente. È una narrazione vivacissima, ricca di dettagli, episodi, personaggi duri e umanissimi, eroi umili che traggono dal concetto di dignità la propria forza. È anche una storia di narratrici: se ogni capitolo ha per titolo il nome di un uomo della famiglia, sono le donne a tramandare le memorie. Da un lato ad attrarci è senz’altro questo flusso di ricordi che passano da una generazione all’altra fino allo stesso Pier Paolo Pasolini, perché i racconti che la nonna faceva alla piccola Susanna si ritrovano in certe poesie del figlio (che qui si riportano in appendice). Dall’altro la scrittura limpida di Susanna Colussi e la rievocazione di un mondo antico, in perenne evoluzione ma dotato di una sua immutabile coerenza, sono di per sé appassionanti, e una felicissima scoperta letteraria.
«Susanna Colussi sa raccontare, conosce il ritmo narrativo, ha il dono del ritratto fulminante e del dialogo, sa dosare il suo dialetto dentro un italiano affabile e piano. [...] Con questo libro Susanna merita di uscire dall'ombra del figlio»
Corriere della Sera - Paolo Di Stefano
«Susanna è un'affabulatrice portentosa. Finito il libro avventurosissimo, ti domandi: ‘E poi?' Non vorresti mai che finisse»
Tuttolibri La Stampa - Ferdinando Camon
Per anni Susanna Colussi, con ogni probabilità all’insaputa del figlio, Pier Paolo Pasolini, si dedicò al racconto delle vicende della propria famiglia: riempì ventuno quaderni, rinvenuti dopo la sua morte e pubblicati grazie alla cura della nipote Graziella Chiarcossi. Dall’epoca napoleonica agli inizi del Novecento, in Romanzo di famiglia si intrecciano la storia dei Colùs di Casarsa della Delizia e la Storia d’Italia – e non solo d’Italia, poiché la migrazione, in nome di un ideale o a causa della disperazione, è qui elemento ricorrente. È una narrazione vivacissima, ricca di dettagli, episodi, personaggi duri e umanissimi, eroi umili che traggono dal concetto di dignità la propria forza. È anche una storia di narratrici: se ogni capitolo ha per titolo il nome di un uomo della famiglia, sono le donne a tramandare le memorie. Da un lato ad attrarci è senz’altro questo flusso di ricordi che passano da una generazione all’altra fino allo stesso Pier Paolo Pasolini, perché i racconti che la nonna faceva alla piccola Susanna si ritrovano in certe poesie del figlio (che qui si riportano in appendice). Dall’altro la scrittura limpida di Susanna Colussi e la rievocazione di un mondo antico, in perenne evoluzione ma dotato di una sua immutabile coerenza, sono di per sé appassionanti, e una felicissima scoperta letteraria.
Dettagli libro
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Editore
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Testo originale
Sì -
Lingua
Italiano -
Numero di pagine
464 -
Argomento
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Collana
Sull'autore
Susanna Colussi
Susanna Colussi nacque a Casarsa della Delizia (Pordenone) nel 1891. Conseguì il diploma magistrale e, prima di sposare Carlo Alberto Pasolini, insegnò nelle scuole elementari in paesi vicini al luogo natio. Ebbe due figli, Pier Paolo e Guido, morto da partigiano nel 1945. Interpretò la Madonna anziana nel Vangelo secondo Matteo (1964). Morì a Udine nel 1981.