Alessandra Coppola

Alessandra Coppola è nata e cresciuta a Napoli, figlia di un geografo e di una insegnante di Lettere. Il primo vero articolo l’ha scritto a 18 anni, a nome dell’Associazione studenti napoletani contro la camorra. Era un intervento sull’edizione locale de «la Repubblica» dopo una missione a Strasburgo, 1992: al Parlamento europeo si discuteva, tra l’altro, di riutilizzo sociale dei beni confiscati. Sembra un percorso contorto e invece alla fine tutto torna. Laurea in Scienze politiche (su Hannah Arendt) all’Orientale, la parentesi di un Erasmus a Parigi in piena battaglia per i diritti dei lavoratori stranieri. La scuola di giornalismo a Milano, a quei tempi pubblica e gratuita. La voglia che hanno i ventenni di vedere il mondo. Il primo stage all’Ansa di Buenos Aires, in Argentina. Un po’ di gavetta a Radio Popolare. Dal 1999 il «Corriere della Sera»: tutto quello che di più bello (e faticoso) ha fatto per lavoro lo deve ai capi di via Solferino. Da Barbara Stefanelli che l’ha scelta, dopo una selezione, per il primo contratto; a Paolo Lepri che l’ha mandata in Europa, in Medio Oriente, in America Latina. Dieci anni di redazione Esteri e di viaggi, un premio per l’impegno sui desaparecidos e la giustizia dopo le dittature (la Colomba d’oro dell’Archivio disarmo), poi la decisione, nel 2010, di «tornare a casa». Oggi è in redazione Cronaca di Milano, si occupa di migranti, seconde generazioni, intercultura, ha ideato e cura il blog «La città nuova» sul Corriere.it. E ha ripreso la «vecchia» passione dell’antimafia.

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