Dietro le parole

Dietro le parole

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Il tono apparentemente cronachistico di queste pagine mette a fuoco, in realtà, decisivi nodi dialettici come il confronto tra classicità e avanguardia, visto specialmente in rapporto al contrasto tra totalità e disgregazione, il dissidio tra esperienza e parola, lo stereotipo culturale mitteleuropeo, la sintesi tra poesia e scienza, ma anche il dramma dell'anarchismo reazionario, studiato qui quale struttura in filigrana dei nazionalisti e dei fascismi «entre deux guerres». Un motivo di particolare suggestione nasce dal fatto che Magris si cimenta qui sovente con materie e aree culturali diverse, dalla «piccola patria» triestina agli intrighi della grande letteratura cosmopolita, da Biagio Marin, insomma, a Joyce e Proust, ma senza trascurare il vecchio Salgari dei nostri libri giovanili.

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Sull'autore

Claudio Magris

Claudio Magris è nato a Trieste nel 1939. Docente universitario, collabora al «Corriere della Sera». Tra le sue opere, nel catalogo Garzanti, ricordiamo Dietro le parole (1978), Itaca e oltre (1982), Illazioni su una sciabola (1984), Danubio (1986), Un altro mare (1991), Microcosmi (1997, Premio Strega), Utopia e disincanto (1999), Alla cieca (2004), La storia non è finita (2006), Lei dunque capirà (2006), Alfabeti (2008), Livelli di guardia (2011) e Ti devo tanto di ciò che sono. Lettere con Biagio Marin (2014). Nel 2015, con romanzo Non luogo a procedere, è stato premiato da «la Lettura» come miglior libro e miglior autore dell’anno. Nel 2019 è uscito Tempo curvo a Krems.

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