Una specie di vento Piazza della Loggia, 28 maggio 1974

Una specie di vento

Piazza della Loggia, 28 maggio 1974

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La Spoon River di piazza della Loggia. Il romanzo che racconta uno dei momenti più drammatici del nostro paese. Un attentato qualificato, a norma dell'art. 285 del Codice Penale, come strage politica.

«Il 28 maggio 1974, alle ore 10.12, ho smesso di essere quel che ero e ho cominciato a essere quello che sarei stato per il resto della mia vita: un sopravvissuto.»
Redento Peroni, 84 anni, ferito nella strage

«“Un romanzo-verità che mi ha raggiunto al cuore, un libro che segue i binari della migliore tradizione della moderna letteratura americana.»
Corriere della Sera - Antonio Ferrari

«Marco Archetti ha restituito la vita, quindi la speranza, ha restituito una forma e una complessità, alle vittime di allora, e ai testimoni, al sopravvissuto che si vergogna di essere sopravvissuto. Archetti ha scritto un romanzo, non una biografia della strage, e ha cantato la vita invece della morte.»
Il Foglio - Annalena Benini

«Scrittore di ormai lungo corso, Archetti ha mestiere e talento da vendere, ma qui va oltre sia le tecniche del mestiere, sia il virtuosismo del talento. Fa parlare la purezza del cuore. Ed è quel cuore puro che permette all’autore di dire l’indicibile, di far parlare il silenzio, di mostrare l’invisibile.»
Giornale di Brescia - Paola Carmignani

«Un racconto che rappresenta la “Spoon river” di Piazza della Loggia. Il romanziere Marco Archetti, autore di “Una specie di vento”, ridà vita senza retorica alle otto vittime della strage che si abbatté su Brescia il 28 maggio di 44 anni fa, quando nella piazza in cui si teneva una manifestazione del “Comitato unitario permanente antifascista” esplose una bomba nascosta in un cestino dei rifiuti. »
Left

«Otto personaggi erano in cerca d’autore. L’hanno trovato.»
Corriere della Sera ed. Brescia - Massimo Tedeschi

«Bresciano con stretta di mano robusta e zigomi pasoliniani, Marco Archetti è “Ne du tout fol, ne du tout sage”, da un verso del poeta medievale François Villon. In effetti Archetti non pare un contemporaneo, sembra venire da un’altra epoca dove si cazzeggiava meno e si prendevano le cose più seriamente. Autore unico per stile, lingua e capacità di attraversare i generi.»
Sapiens - Gabriele Ferraresi

«E’ un libro bellissimo, puntuale nelle ricostruzioni e profondo. Archetti come sempre non delude.»
La divoratrice di libri

Una manifestazione antifascista che riuniva partiti e sigle sindacali. Una bomba nascosta in un cestino portarifiuti e un fiume di gente tutt'intorno. L’esplosione, dissero i sopravvissuti, fu “una specie di vento”. Il bilancio: otto vittime e centodue feriti. Poi indagini, depistaggi, omissioni, mezze verità, cinque istruttorie, tredici dibattimenti e due condanne definitive arrivate nel giugno 2017. Quarantatré anni dopo. 

Marco Archetti, scrittore bresciano, avvalendosi di documenti storici e testimonianze di prima mano, compone un romanzo toccante e prezioso che ridà vita alle otto vittime della strage. Evitando ogni retorica e concentrandosi sulle loro vicende umane, le fa affiorare dal buio ed entrare in scena come in un film. Un atto d’amore e di memoria. E per la prima volta i caduti della strage non sono solo nomi su una lapide commemorativa, ma vengono raccontati come uomini e donne in carne e ossa, “né santi né eroi”, in una Spoon River luminosa, scandita dalla voce di Redento Peroni. Quella mattina si trovava a pochi passi dalla bomba ma il destino volle che il piccolo gesto di uno sconosciuto gli salvasse la vita. Così il suo racconto guida la narrazione e testimonia fatalmente un’epoca della nostra storia recente, anni bui, di piombo ma anche di umanità, tenerezza e legami profondi che hanno molto da dire a ciascuno di noi.
Una storia che è un canto di vita: la morte in ritardo di duecento pagine.

 

Dettagli libro

Sull'autore

Marco Archetti

Marco Archetti è nato a Brescia nel 1976. Ha scritto, sul “Corriere della Sera”, diversiarticoli dedicati alla strage che ha segnato per sempre la sua città e i suoi primi ricordi d’infanzia. Ha pubblicato «Lola motel» (2004), «Vent’anni che non dormo» (2005, finalista premio Montblanc), «Maggio splendeva» (2006, finalista premio Zocca e finalista premio Chianti), «Gli asini volano alto (2009), «Sabato, addio» (2011), editi da Feltrinelli.  Ricordiamo anche «Sette diavoli» (Giunti 2013), «I giorni non si scavalcano» (Rizzoli 2015) e il libro della campionessa di ginnastica Vanessa Ferrari, «Effetto Farfalla: la mia vita raccontata a Marco Archetti» (Mondadori 2015).  Collabora con quotidiani e riviste. Su “Il Foglio” tiene una rubrica di libri e numerosi interventi di letteratura. Il noto scrittore americano Joe R. Lansdale ha scritto di lui: “Marco Archetti  è un romanziere raffinato e intelligente. Non perdete questo treno, saltateci su adesso”.

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