Individuo e cosmo nella filosofia del Rinascimento

Individuo e cosmo nella filosofia del Rinascimento

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Nella storia del pensiero non è infrequente il caso di opere capitali circolate mutile. A volte per ragioni estrinseche, più spesso per motivi riconducibili a conflitti agiti, patenti o sotterranei che siano. Quando i testi vengono infine reintegrati, non si compie solo un dovere restitutivo: le idee tornano a vivere nella loro pienezza. Di una simile vicenda Individuo e cosmo nella filosofia del Rinascimento offre un esempio paradigmatico. Alla sua pubblicazione nel 1927, al culmine della elaborazione teoretica di Ernst Cassirer maturata nella cerchia amburghese di Aby Warburg, fu subito chiaro come il Rinascimento assumesse una fisionomia nuova, plurivoca e tutt'altro che pacificata. Attraverso le nozioni di individuo e cosmo - quello interiore compendiato dal microcosmo e quello fisico, a cui l'uomo appartiene e da cui è trasceso - venivano alla luce i nuclei etici e conoscitivi della modernità, quali i rapporti tra libertà e necessità e tra soggetto e oggetto. Dalla ricchissima trama di idee, riflessioni e congetture che Cassirer riusciva a intessere attingendo non solo a filosofi, ma anche a scienziati, poeti e retori, si distaccavano per rilievo peculiare i contributi di pensiero di due figure, il tedesco Niccolò Cusano e il francese Charles de Bovelles. A sottolineare la loro centralità, Cassirer poneva in appendice il dialogo Della mente del primo e Il sapiente del secondo, con le splendide figure dell'edizione originale del 1510. Entrambi gli scritti risultavano però espunti nella traduzione italiana di Individuo e cosmo nella filosofia del Rinascimento apparsa nel 1935, in un clima gentiliano che promuoveva una visione tutta italocentrica della Rinascenza. Oggi, dopo che i miti di autoctonia e di supremazia spirituale si sono sgretolati, recuperare l'interpretazione cosmopolita di un'epoca fondante della storia culturale europea ha una valenza che esorbita dal puro ambito storiografico. La prima traduzione integrale, e completamente rifatta, del testo di Cassirer risponde a un'esigenza del nostro tempo: rompere con le prospettive unilaterali. Perché «ogni genio autenticamente grande, vale a dire ogni genio nazionale nel senso più profondo, ci costringe subito ad abbandonare un punto di osservazione così limitato».

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Sull'autore

Ernst Cassirer

Ernst Cassirer (1874-1945) fu uno dei maggiori filosofi del Novecento. Docente e poi rettore dell'Università di Amburgo, nel 1933 riparò allestero, continuando linsegnamento universitario a Oxford, Göteborg, New Haven e infine New York. Di formazione neocriticista, furono per lui decisivi gli anni amburghesi, in cui ebbe un ruolo attivo nella Biblioteca di Aby Warburg. Elaborò un'ampia filosofia della cultura, incentrata sulla nozione di simbolo. Tra le sue opere maggiori tradotte in italiano: La filosofia dell'Illuminismo (1932), Il mito dello Stato (1950), Storia della filosofia moderna (1952-58, 4 voll.), Linguaggio e mito. Contributo al problema dei nomi degli dei (1961), Filosofia delle forme simboliche (1961-66, 4 voll.), Sostanza e funzione. Sulla teoria della relatività di Einstein (1973) e Simbolo, mito e cultura (1981).

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