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I BUONI lottano per salvare il mondo. Le loro crociate si chiamano «progetti», il loro dio è la legalità. A guidarli c’è don Silvano. Lui è l’uomo santo con il maglione consumato e lo sguardo sofferente che predica sulla strada e nel palazzo, vicino agli ultimi e ai politici, alle rockstar, ai galeotti e ai magistrati. È nel suo tempio che approda Aza, ragazzina dei cunicoli, esile e fortissima, scampata a un passato di fogna e violenza con la forza dell’ambizione: a lei Silvano onnipotente ha concesso una lingua nuova, una casa, una carriera, persino un amore. Le ha dato la vita. Pazienza allora se il tempio è cartongesso, se la lotta è solo nei toni con cui si pronunciano parole di conciliazione: Aza dovrà tenere stretta la corda che la lega a don Silvano fino a scorticarsi le mani. Anche quando, attorno, ogni cosa comincia a precipitare. Luca Rastello ha scritto un romanzo lucidissimo e feroce, capace di mettere a fuoco ciò che è sotto i nostri occhi e che pure – per negligenza o istinto di conservazione – non vogliamo vedere. Ma non c’è retorica che possa reggere alla verità della letteratura. E a sentirci scoperti, alla fine, siamo noi: il nostro bisogno di convivere con il male fingendo di combatterlo, la necessità di accettare un mondo che ci stritola, abitandolo sotto anestesia.

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Sull'autore

Luca Rastello

Luca Rastello (1961-2015), giornalista e scrittore, ha lavorato per il Gruppo Abele e diretto «Narcomafie», «L’Indice» e Osservatoriobalcani.org. Ha raccontato la guerra nella ex Iugoslavia in un libro diventato di riferimento («La guerra in casa», Einaudi). Autore di romanzi e saggi, con Chiarelettere ha pubblicato: «I Buoni», «Binario morto» (con Andrea De Benedetti) e il suo ultimo libro, uscito postumo, «Dopodomani non ci sarà».

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