Bisogna saper perdere
Sconfitte, congiure e tradimenti in politica da De Gasperi a Renzi
Filippo Maria Battaglia
Paolo Volterra
Si vince e si perde ovunque, non solo in Italia. Ma in Italia, più spesso che altrove, chi è vinto non accetta la sconfitta. Bisogna saper perdere racconta il declino, l’uscita di scena ma anche l’horror vacui di alcuni degli uomini più potenti del nostro Paese. Politici che sono stati alla guida di un partito, o che hanno governato l’Italia per anni. Che hanno avuto a disposizione soldi e voti. Che hanno regalato sogni e speranze, e attirato invidie e diffidenze. E che prima o poi, inevitabilmente, hanno fatto i conti con il fallimento di un progetto o la fine di una carriera.
Questo libro è una storia pubblica, ma anche un diario privato. Rivela i dubbi di Umberto II e Mario Segni, il risentimento di Parri e Prodi, l’amarezza di De Gasperi, il cinismo di Togliatti, gli insuccessi di Nenni e Fini, le fughe e la pervicacia di Fanfani e De Mita, la rabbia di Craxi, l’ostinazione di Berlusconi, fino all’irruzione di Renzi. C’è chi, ieri come oggi, grida al «colpo di Stato», chi invoca i «brogli», chi si scaglia contro le congiure, chi prepara rivalse e vendette, chi ostacola con ogni mezzo la sua successione e chi ostenta distacco, finge l’addio, ma prova a mantenere il controllo su poltrone e programmi. Perché, a volte, saper perdere conta molto più di vincere. E soprattutto perché la sconfitta svela meglio di qualsiasi vittoria la natura degli uomini e la maturità di una democrazia.
Questo libro è una storia pubblica, ma anche un diario privato. Rivela i dubbi di Umberto II e Mario Segni, il risentimento di Parri e Prodi, l’amarezza di De Gasperi, il cinismo di Togliatti, gli insuccessi di Nenni e Fini, le fughe e la pervicacia di Fanfani e De Mita, la rabbia di Craxi, l’ostinazione di Berlusconi, fino all’irruzione di Renzi. C’è chi, ieri come oggi, grida al «colpo di Stato», chi invoca i «brogli», chi si scaglia contro le congiure, chi prepara rivalse e vendette, chi ostacola con ogni mezzo la sua successione e chi ostenta distacco, finge l’addio, ma prova a mantenere il controllo su poltrone e programmi. Perché, a volte, saper perdere conta molto più di vincere. E soprattutto perché la sconfitta svela meglio di qualsiasi vittoria la natura degli uomini e la maturità di una democrazia.
Book details
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Publisher
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Language
Italian -
Original language
Italian -
Publication date
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Page count
162 -
Collection
About the author
Filippo Maria Battaglia
Filippo Maria Battaglia (Palermo, 1984), giornalista di «Sky TG24», vive a Milano. Ha scritto tra l’altro per le pagine culturali di «Panorama», «Il Foglio», «Il Giornale» e del dorso siciliano di «la Repubblica». Con Bollati Boringhieri ha pubblicato: Lei non sa chi ero io! La nascita della Casta in Italia (2014), Stai zitta e va’ in cucina. Breve storia del maschilismo in politica da Togliatti a Grillo (2015) e Bisogna saper perdere. Sconfitte, congiure e tradimenti in politica da De Gasperi a Renzi (con P. Volterra, 2016).
È inoltre autore di: A sua insaputa. Autobiografia non autorizzata della seconda repubblica (con A. Giuffrè, 2013), I sommersi e i dannati. La scrittura dispersa e dimenticata nel ’900 italiano (2013). Ha curato diverse antologie giornalistiche, tra cui Professione reporter. Il giornalismo d’inchiesta nell’Italia del dopoguerra (con B. Benvenuto, 2008) e Scusi, lei si sente italiano? (con P. Di Paolo, 2010).
È inoltre autore di: A sua insaputa. Autobiografia non autorizzata della seconda repubblica (con A. Giuffrè, 2013), I sommersi e i dannati. La scrittura dispersa e dimenticata nel ’900 italiano (2013). Ha curato diverse antologie giornalistiche, tra cui Professione reporter. Il giornalismo d’inchiesta nell’Italia del dopoguerra (con B. Benvenuto, 2008) e Scusi, lei si sente italiano? (con P. Di Paolo, 2010).
Paolo Volterra
Paolo Volterra (Roma, 1966), è capo della redazione politica di «Sky TG24», dove lavora dal 2003. È autore con Max Giannantoni di L’operazione criminale che ha terrorizzato l’Italia. Storia della Falange Armata (2014) e del reportage storico televisivo I giorni di Mani Pulite (2015). Ha studiato Storia e Giornalismo. È sposato e ha due figli.