Il primo romanzo da oltre vent’anni del «migliore scrittore americano della sua generazione» (Sunday Mail).
«Per ambizione e portata, Chicago fa pensare ai grandi romanzieri uomini dell’ultimo scorcio di secolo – Updike, Mailer, Bellow, Roth – e ai loro tentativi di scrivere romanzi di genere. Ma, diversamente da loro, Mamet ci riesce con disinvoltura... Il mondo di Chicago è brutale e meravigliosamente descritto... Un Cormac McCarthy traslocato dal Sudovest al Midwest.»
Los Angeles Times
«Fra gli autori a lui coevi, Mamet è il più vicino a Ernest Hemingway,»
New York Magazine
«Il migliore scrittore americano della sua generazione. .»
Sunday Mail
«Nessuno ha il suo orecchio per i dialoghi dai tempi di J.D. Salinger.»
Village Voice
«Meraviglioso... tragedia e crimine. Qualunque cosa scriva Mamet, è forte e diretta, schietta e provocatoria, originale e coraggiosa.»
New York Times Book Review
«Il migliore scrittore americano della sua generazione.»
Sunday Mail
«Per ambizione e portata, Chicago fa pensare ai grandi romanzieri uomini dell’ultimo scorcio di secolo – Updike, Mailer, Bellow, Roth – e ai loro tentativi di scrivere romanzi di genere. Ma, diversamente da loro, Mamet ci riesce con disinvoltura... Il mondo di Chicago è brutale e meravigliosamente descritto... Un Cormac McCarthy traslocato dal Sudovest al Midwest.»
Los Angeles Times
«Meraviglioso... tragedia e crimine. Qualunque cosa scriva Mamet, è forte e diretta, schietta e provocatoria, originale e coraggiosa,»
New York Times Book Review
Chicago a cavallo fra gli anni Venti e Trenta: una città divisa fra il North Side controllato dagli irlandesi e il South Side di Al Capone; sullo sfondo, i vizi e le perversioni dell’alta società, la corruzione dei politici. Mike Hodge, veterano della Prima guerra mondiale e giornalista di cronaca al Tribune, e i suoi colleghi fanno un quotidiano sfoggio di cinismo e si mantengono fedeli al voto fatto alla Verità, per quanto essa sia quasi sempre impubblicabile; e si danno, come tutti, a colossali bevute di alcol di contrabbando. Ma quando Mike si troverà coinvolto nell’assassinio della donna che ama, la sua vita e il fragile equilibrio su cui si reggeva verranno travolti... David Mamet ci catapulta nell’America di cento anni fa con una naturalezza stupefacente. Raffiche di dialoghi spumeggianti, un’incredibile galleria di personaggi memorabili, invenzioni narrative brillanti, una cura dei dettagli che sfida l’attenzione del lettore. Chicago è un romanzo da divorare, un giallo, un noir, ma anche molto di più: una giostra di passioni che possono sconvolgere la vita di un uomo, amore e desolazione, colpa e vendetta, perdizione e riscatto. Mamet si conferma un autentico Maestro della parola: è impossibile non farsi trascinare, impossibile resistere al vortice frenetico di Chicago.
«Per ambizione e portata, Chicago fa pensare ai grandi romanzieri uomini dell’ultimo scorcio di secolo – Updike, Mailer, Bellow, Roth – e ai loro tentativi di scrivere romanzi di genere. Ma, diversamente da loro, Mamet ci riesce con disinvoltura... Il mondo di Chicago è brutale e meravigliosamente descritto... Un Cormac McCarthy traslocato dal Sudovest al Midwest.»
Los Angeles Times
«Fra gli autori a lui coevi, Mamet è il più vicino a Ernest Hemingway,»
New York Magazine
«Il migliore scrittore americano della sua generazione. .»
Sunday Mail
«Nessuno ha il suo orecchio per i dialoghi dai tempi di J.D. Salinger.»
Village Voice
«Meraviglioso... tragedia e crimine. Qualunque cosa scriva Mamet, è forte e diretta, schietta e provocatoria, originale e coraggiosa.»
New York Times Book Review
«Il migliore scrittore americano della sua generazione.»
Sunday Mail
«Per ambizione e portata, Chicago fa pensare ai grandi romanzieri uomini dell’ultimo scorcio di secolo – Updike, Mailer, Bellow, Roth – e ai loro tentativi di scrivere romanzi di genere. Ma, diversamente da loro, Mamet ci riesce con disinvoltura... Il mondo di Chicago è brutale e meravigliosamente descritto... Un Cormac McCarthy traslocato dal Sudovest al Midwest.»
Los Angeles Times
«Meraviglioso... tragedia e crimine. Qualunque cosa scriva Mamet, è forte e diretta, schietta e provocatoria, originale e coraggiosa,»
New York Times Book Review
Chicago a cavallo fra gli anni Venti e Trenta: una città divisa fra il North Side controllato dagli irlandesi e il South Side di Al Capone; sullo sfondo, i vizi e le perversioni dell’alta società, la corruzione dei politici. Mike Hodge, veterano della Prima guerra mondiale e giornalista di cronaca al Tribune, e i suoi colleghi fanno un quotidiano sfoggio di cinismo e si mantengono fedeli al voto fatto alla Verità, per quanto essa sia quasi sempre impubblicabile; e si danno, come tutti, a colossali bevute di alcol di contrabbando. Ma quando Mike si troverà coinvolto nell’assassinio della donna che ama, la sua vita e il fragile equilibrio su cui si reggeva verranno travolti... David Mamet ci catapulta nell’America di cento anni fa con una naturalezza stupefacente. Raffiche di dialoghi spumeggianti, un’incredibile galleria di personaggi memorabili, invenzioni narrative brillanti, una cura dei dettagli che sfida l’attenzione del lettore. Chicago è un romanzo da divorare, un giallo, un noir, ma anche molto di più: una giostra di passioni che possono sconvolgere la vita di un uomo, amore e desolazione, colpa e vendetta, perdizione e riscatto. Mamet si conferma un autentico Maestro della parola: è impossibile non farsi trascinare, impossibile resistere al vortice frenetico di Chicago.
Book details
-
Publisher
-
Original text
Yes -
Language
Italian -
Publication date
-
Page count
320 -
Translator
-
Collection
About the author
David Mamet
David Mamet (Chicago, 1947) è autore teatrale fra i più importanti al mondo, premio Pulitzer nel 1984 per Glengarry Glen Ross. Oltre che al teatro si è molto dedicato anche al cinema sia come sceneggiatore (basti qui ricordare Il postino suona sempre due volte, Il verdetto, Gli intoccabili, le cui atmosfere naturalmente ritornano in Chicago, Sesso & potere, Ronin, Hannibal) sia come regista (il suo esordio La casa dei giochi vinse il premio per la sceneggiatura al Festival di Venezia nel 1987). È anche un prolifico saggista.