A un anno dalla scomparsa di Dario Fo il libro che racconto una irripetibile avventura creativa e umana
A Stoccolma sono i giorni della cerimonia del Premio Nobel. Ma quell’anno, nella Gran Sala del Palazzo Reale, davanti agli Immortali c’è uno dei laureati più sorprendenti e fantastici che si siano mai presentati, il giullare che si fa beffe del potere, il sovversivo che si diverte a mettere a nudo re e papi, la voce e il corpo di una tradizione teatrale che ha origini molto lontane: Dario Fo.
Giuseppina Manin, che a quella cerimonia ha partecipato come inviata del Corriere della Sera, ripercorre l’evento vent’anni dopo lasciando che la memoria corra, l’immaginazione voli, sulle tracce della sua storia meravigliosa. Sogni, visioni, ricordi, testimonianze, aneddoti si mescolano alla realtà, tra Sale Blu, ricevimenti sontuosi, Grand Hotel, vie, piazze e canali della capitale svedese, dove si possono fare imprevedibili incontri. Ecco Dario che riavvolge i fili degli strabilianti racconti dei fabulatori del lago, i primi maestri di narrazione, ritrova l’emozione della scoperta della pittura e del teatro, due amori che coltiverà in parallelo per tutta la vita. E poi la passione più grande, Franca Rame, con la quale ha diviso la sua parabola umana e artistica. E ora è al suo fianco in quella sera incantata e un po’ buffa del Nobel.
A un anno dalla morte, Dario Fo torna a vivere in queste pagine con la forza provocatoria e l’allegra impudenza del suo essere attore, drammaturgo, uomo di cultura e di grande umanità. Sempre pronto a rovesciare il senso delle cose, a denunciare torti e ingiustizie, e a ridere sull’assurdo dell’esistenza. Fino all’ultimo giorno.
A Stoccolma sono i giorni della cerimonia del Premio Nobel. Ma quell’anno, nella Gran Sala del Palazzo Reale, davanti agli Immortali c’è uno dei laureati più sorprendenti e fantastici che si siano mai presentati, il giullare che si fa beffe del potere, il sovversivo che si diverte a mettere a nudo re e papi, la voce e il corpo di una tradizione teatrale che ha origini molto lontane: Dario Fo.
Giuseppina Manin, che a quella cerimonia ha partecipato come inviata del Corriere della Sera, ripercorre l’evento vent’anni dopo lasciando che la memoria corra, l’immaginazione voli, sulle tracce della sua storia meravigliosa. Sogni, visioni, ricordi, testimonianze, aneddoti si mescolano alla realtà, tra Sale Blu, ricevimenti sontuosi, Grand Hotel, vie, piazze e canali della capitale svedese, dove si possono fare imprevedibili incontri. Ecco Dario che riavvolge i fili degli strabilianti racconti dei fabulatori del lago, i primi maestri di narrazione, ritrova l’emozione della scoperta della pittura e del teatro, due amori che coltiverà in parallelo per tutta la vita. E poi la passione più grande, Franca Rame, con la quale ha diviso la sua parabola umana e artistica. E ora è al suo fianco in quella sera incantata e un po’ buffa del Nobel.
A un anno dalla morte, Dario Fo torna a vivere in queste pagine con la forza provocatoria e l’allegra impudenza del suo essere attore, drammaturgo, uomo di cultura e di grande umanità. Sempre pronto a rovesciare il senso delle cose, a denunciare torti e ingiustizie, e a ridere sull’assurdo dell’esistenza. Fino all’ultimo giorno.
Book details
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Publisher
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Language
Italian -
Publication date
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Page count
168 -
Collection
About the author
Giuseppina Manin
Giuseppina Manin collabora alle pagine Spettacoli e Cultura del Corriere della Sera. Si occupa di teatro, musica e cinema. Presso Guanda ha pubblicato quattro libri con Dario Fo: Il mondo secondo Fo. Conversazione con Giuseppina Manin, Il Paese dei misteri buffi, Un clown vi seppellirà e Dario e Dio. Sempre per Guanda ha pubblicato Nel giardino della musica. Claudio Abbado: la vita, l’arte, l’impegno, Ho visto un Fo e Complice la notte.