Il saggio di Francesco Torchiani ricostruisce dal punto di vista storico l’atteggiamento tenuto dalla Chiesa cattolica verso l’omosessualità nel corso del Novecento. In questo arco temporale si assiste a una torsione significativa: da peccato/reato legato al discredito che una millenaria tradizione aveva attribuito al «vizio innominabile» al tentativo di elaborare una pastorale per una percentuale sempre più cospicua della popolazione che viene progressivamente alla luce grazie a nuovi strumenti di lettura della società: studi medici, sociologici e psichiatrici, rilevazioni statistiche, inchieste giornalistiche.
Mentre gay e lesbiche diventano sempre più «visibili», nella cultura prima di tutto, attraverso romanzi, saggi e film, poi nella società attraverso l’organizzazione in movimenti, la Chiesa si interroga su come affrontare un fenomeno sempre più difficile da conciliare con le tradizionali linee del magistero. Pur riconoscendo la necessità di comprensione nei confronti degli omosessuali, la linea del Vaticano si è arroccata per tutto il Novecento nella condanna dei rapporti tra persone dello stesso sesso, definiti come atti «intrinsecamente disordinati», opponendosi al riconoscimento di tutele o leggi che riconoscessero un qualche «diritto all’omosessualità». La stagione di cambiamento inaugurata da Bergoglio sembra lasciar intravedere una strada diversa, fatta di gesti e parole in discontinuità col passato, anche se ancora incerta nel tradursi in posizioni ufficiali.
Quella di Torchiani è un’analisi limpida ed equilibrata, basata su una lettura critica originale, che ci pone davanti a un tema sempre più incalzante, perché l’omosessualità è una cartina di tornasole per comprendere i mutamenti della Chiesa nei confronti della modernità e della società in generale.
Mentre gay e lesbiche diventano sempre più «visibili», nella cultura prima di tutto, attraverso romanzi, saggi e film, poi nella società attraverso l’organizzazione in movimenti, la Chiesa si interroga su come affrontare un fenomeno sempre più difficile da conciliare con le tradizionali linee del magistero. Pur riconoscendo la necessità di comprensione nei confronti degli omosessuali, la linea del Vaticano si è arroccata per tutto il Novecento nella condanna dei rapporti tra persone dello stesso sesso, definiti come atti «intrinsecamente disordinati», opponendosi al riconoscimento di tutele o leggi che riconoscessero un qualche «diritto all’omosessualità». La stagione di cambiamento inaugurata da Bergoglio sembra lasciar intravedere una strada diversa, fatta di gesti e parole in discontinuità col passato, anche se ancora incerta nel tradursi in posizioni ufficiali.
Quella di Torchiani è un’analisi limpida ed equilibrata, basata su una lettura critica originale, che ci pone davanti a un tema sempre più incalzante, perché l’omosessualità è una cartina di tornasole per comprendere i mutamenti della Chiesa nei confronti della modernità e della società in generale.
Book details
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Publisher
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Language
Italian -
Original language
Italian -
Publication date
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Page count
240 -
Collection
About the author
Francesco Torchiani
Francesco Torchiani è ricercatore di Storia contemporanea presso l’Università di Pavia. È stato membro dell’Institute for Advanced Study di Princeton. Di recente ha pubblicato Roberto Longhi: percorsi tra le due guerre (con M.M. Mascolo, 2020) e ha curato diversi scritti di Delio Cantimori (Il furibondo cavallo ideologico, 2019; Utopisti e riformatori italiani, 2021, con L. Biasiori). Per Bollati Boringhieri ha curato La rivoluzione del ricco di Gaetano Salvemini (2020).