Leopardi ci è familiare, molto più di altri classici del canone letterario. Tuttavia – come a volte accade con gli affetti profondi – non sapremmo dire tutte le ragioni di questa consonanza. Le letture adolescenti, mediate dalla scuola, lasciano in quelle adulte dei sedimenti che alimentano suggestioni, ma creano anche velature: è il caso del pessimismo, il cui manto «doloristico» mette in ombra ambivalenze irriducibili a formule compendiose. Forse perché nessuna categoria critica, per quanto temperata dall’acume di generazioni di esegeti, sfugge a un certo sentore di convenzione se si espone alla parola leopardiana. Antonio Prete l’ha interpellata lungo un’intera esistenza di studioso e di poeta, ed è la sua ininterrotta prossimità ad aiutare la nostra ad articolarsi, a trovare espressione. Sfiorando i testi con rara grazia, Prete ci conduce là dove poesia e pensiero diventano una sola cognizione del mondo, siano i Canti, le Operette morali, lo sconfinato Zibaldone, gli interni d’anima dell’Epistolario. In prosa o in versi, un’identica lingua del sentire, del desiderare e del patire dà voce alla finitudine umana, rinuncia a ogni protezione trascendente e sfida la «spiritualizzazione delle cose» che scorpora la vita da se stessa. Continuano ad aggirarsi tra noi, ancora più temibili di allora, i fantasmi della modernità, che Leopardi teneva a bada con un pensiero poetante capace di prestare ascolto alla «singolarità senziente, rammemorante e fantasticante». Un antropologo del concreto, cantore del vivente, terrestre e cosmologico insieme, ci viene qui incontro, preso per mano da un grande interprete.
Book details
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Publisher
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Language
Italian -
Publication date
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Page count
192 -
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About the author
Antonio Prete
Antonio Prete ha insegnato Letterature comparate all’Università di Siena e ha tenuto corsi e seminari presso istituzioni internazionali, tra cui il Collège de France e la Harvard University. Autore di saggi, narrazioni e poesie pubblicate in diverse lingue, ha tradotto in italiano Baudelaire (I fiori del male), Mallarmé, Rilke, Valéry, Jabès, Bonnefoy: le sue traduzioni poetiche sono raccolte in L’ospitalità della lingua (2014). Tra i saggi, Il pensiero poetante (1980 e successive edizioni), Nostalgia (1992, ed. ampliata 2018), Prosodia della natura (1993). Le raccolte di poesia: Menhir (2007, Premio Metauro), Se la pietra fiorisce (2012), Tutto è sempre ora (2019, Premio Bodini). Le prose narrative: L’imperfezione della luna (2000), Trenta gradi all’ombra (2004), L’ordine animale delle cose (2008). Presso Bollati Boringhieri sono usciti: Trattato della lontananza (2008), All’ombra dell’altra lingua. Per una poetica della traduzione (2011), Compassione. Storia di un sentimento (2013), Il cielo nascosto. Grammatica dell’interiorità (2016, Premio Mondello), La poesia del vivente. Leopardi con noi (2019).