Dopo oltre vent’anni di lotta contro il regime birmano, Aung San Suu Kyi oggi è libera. Anche se la giunta militare l’ha tenuta per anni agli arresti domiciliari, separandola dalla famiglia, Aung San Suu Kyi non ha mai smesso di impegnarsi per «una società libera, sicura e giusta». Oggi è membro del parlamento e, libera di viaggiare, ha tenuto il suo storico discorso per il Nobel, vinto nel 1991, il 16 giugno 2012, contenuto in questo libro insieme a un reportage di Ettore Mo pubblicato da «Sette» del «Corriere della Sera», dal titolo In Birmania, una perla col buco.
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Publisher
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Language
Italian -
Publication date
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25 -
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Aung San Suu Kyi
Figlia dell’eroe dell’indipendenza della Birmania, U Aung San, assassinato nel 1947, Aung San Suu Kyi ha vissuto in Inghilterra fino all’età di trentatré anni. Rientrata a Rangoon nel 1988, durante una ribellione contro la dittatura sfociata in una feroce repressione, ha deciso di rimanervi e di lottare per la libertà. Leader del movimento per i diritti civili e la democrazia, è stata arrestata nel 1989 e trattenuta agli arresti domiciliari. È stata insignita nel 1991 del premio Nobel per la pace e nel 2008 della medaglia d’oro del Congresso, la massima onorificenza civile americana. Dopo innumerevoli appelli e pressioni dalla comunità internazionale, è stata definitivamente messa in libertà il 13 novembre 2010. Da allora si batte pacificamente per rivendicare i diritti civili negati al suo popolo. Nell'aprile 2012 ottiene un seggio in parlamento e poche settimane dopo si può recare a Oslo a ritirare il premio Nobel ottenuto ventuno anni prima. Nel 2015 si è candidata alle elezioni presidenziali ottenendo la maggioranza dei voti.