

Una storia sul valore delle radici per chi è alla ricerca di sé
Zhenga, dodicenne milanese curiosa e smart, con un «cespuglio» di capelli ricci afro dotato di personalità propria – per tutti in famiglia Bao, da Baobab – vive a Milano con la madre Anna e il padre Solomon. Insieme a loro l'eccentrico nonno Arturo, con il quale passa la maggior parte del tempo. Un quotidiano collaudato, scandito dai drammi tipici dell'età. Un giorno, però, la professoressa di italiano chiede ai ragazzi di disegnare l'albero genealogico della propria famiglia. Zhenga, complice la logorrea del nonno, che ama confezionare storielle ai confini dell'inverosimile su parenti e amici, sa tutto del suo lato materno, ma quasi nulla di quello paterno. Solomon, infatti, è fuggito dal Ruanda da bambino durante la guerra civile e da anni ha interrotto ogni rapporto con la madre e le sorelle, benché vivano anche loro in Italia. La sua famiglia, adesso, sono la moglie e la figlia. Il padre rifiuta di raccontarle del suo passato ma Zhenga, che si sente sempre a metà, né bianca né nera, né italiana né ruandese, né grande né piccola, ha bisogno di risposte. Decide così di scappare di casa, per mettersi sulle tracce della nonna paterna, in un viaggio attraverso l'Italia che è un viaggio alla scoperta di sé.
A farle compagnia una caustica drag queen, che con lei tirerà fuori un inaspettato lato materno, una tiktoker attivista, che alterna filippiche #blacklivesmatter a orazioni in difesa del riccio afro e Sabato, professione «traghettatore di anime» nell'inferno del caporalato, con una passione per l'Heavy Metal e i puzzle. Un percorso a ostacoli, come in un videogame, ma grazie all'entusiasmo e alla sua determinazione, Zhenga riuscirà a trovare le risposte che cerca, insegnando agli adulti che, per diventare grandi, i figli hanno bisogno di radici.
Zhenga, dodicenne milanese curiosa e smart, con un «cespuglio» di capelli ricci afro dotato di personalità propria – per tutti in famiglia Bao, da Baobab – vive a Milano con la madre Anna e il padre Solomon. Insieme a loro l'eccentrico nonno Arturo, con il quale passa la maggior parte del tempo. Un quotidiano collaudato, scandito dai drammi tipici dell'età. Un giorno, però, la professoressa di italiano chiede ai ragazzi di disegnare l'albero genealogico della propria famiglia. Zhenga, complice la logorrea del nonno, che ama confezionare storielle ai confini dell'inverosimile su parenti e amici, sa tutto del suo lato materno, ma quasi nulla di quello paterno. Solomon, infatti, è fuggito dal Ruanda da bambino durante la guerra civile e da anni ha interrotto ogni rapporto con la madre e le sorelle, benché vivano anche loro in Italia. La sua famiglia, adesso, sono la moglie e la figlia. Il padre rifiuta di raccontarle del suo passato ma Zhenga, che si sente sempre a metà, né bianca né nera, né italiana né ruandese, né grande né piccola, ha bisogno di risposte. Decide così di scappare di casa, per mettersi sulle tracce della nonna paterna, in un viaggio attraverso l'Italia che è un viaggio alla scoperta di sé.
A farle compagnia una caustica drag queen, che con lei tirerà fuori un inaspettato lato materno, una tiktoker attivista, che alterna filippiche #blacklivesmatter a orazioni in difesa del riccio afro e Sabato, professione «traghettatore di anime» nell'inferno del caporalato, con una passione per l'Heavy Metal e i puzzle. Un percorso a ostacoli, come in un videogame, ma grazie all'entusiasmo e alla sua determinazione, Zhenga riuscirà a trovare le risposte che cerca, insegnando agli adulti che, per diventare grandi, i figli hanno bisogno di radici.
Dettagli libro
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Editore
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Testo originale
Sì -
Lingua
Italiano -
Lingua originale
Italiano -
Data di pubblicazione
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Numero di pagine
208 -
Argomento
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Collana
Sull'autore
Raffaella Case
Raffaella Case è nata nel 1977 in pianura, a Bad Schwalbach, Germania, ma cresce sul ripido, a Belluno, ai piedi delle Dolomiti. Da vent'anni vive e lavora a Milano come giornalista. Sogna di rivedere la neve in città.
Una testa piena di ricci è il suo primo romanzo.