

«Con i suoi lavori [Sisto] è stato il primo in Italia a introdurre i temi del lutto online e delle nuove frontiere dell'immortalità.»
«Domani»
«Si legge il libro di Sisto e viene da chiedersi: questo tempo, come ce lo ricorderemo?»
«Il Venerdì di Repubblica»
Nel 2018, con La morte si fa social, Davide Sisto ha introdotto, tra i primi in Italia, il tema della morte digitale. Da allora il rapporto tra morte e nuove tecnologie si è intrecciato sempre più saldamente alle nostre vite e l’irruzione nell’infosfera dell’intelligenza artificiale ha reso le cose ancora più paradossali. Se nel 2018 l’attore principale era Facebook – che coi suoi profili di persone decedute, di cui regolarmente l’algoritmo ci ricorda il compleanno, rappresenta «il più grande cimitero del mondo» –, con le nuove tecnologie chiunque può accedere a servizi che promettono di «parlare col caro estinto» come fosse ancora tra noi. L’impatto di queste tecnologie sul nostro rapporto con la morte – e dunque con la vita – è sempre più inquietante.
Col passare del tempo nella società si fa strada il «foreverismo», l’idea che si possa in qualche modo «vivere per sempre», almeno digitalmente parlando: app che ci promettono un’eternità digitale ed esorcizzano la morte finiscono col negare a chi resta la consolazione dell’elaborazione del lutto. Il tempo stesso si sta congelando in un eterno presente.
In Vivere per sempre Davide Sisto, con uno stile diretto e profondo, rilegge il nostro rapporto con la fine, dalla rimozione culturale della morte alla sua spettacolarizzazione, mostrando come la tecnologia stia cambiando sempre di più il modo in cui viviamo, ricordiamo e, soprattutto, moriamo e veniamo ricordati.
«Domani»
«Si legge il libro di Sisto e viene da chiedersi: questo tempo, come ce lo ricorderemo?»
«Il Venerdì di Repubblica»
Nel 2018, con La morte si fa social, Davide Sisto ha introdotto, tra i primi in Italia, il tema della morte digitale. Da allora il rapporto tra morte e nuove tecnologie si è intrecciato sempre più saldamente alle nostre vite e l’irruzione nell’infosfera dell’intelligenza artificiale ha reso le cose ancora più paradossali. Se nel 2018 l’attore principale era Facebook – che coi suoi profili di persone decedute, di cui regolarmente l’algoritmo ci ricorda il compleanno, rappresenta «il più grande cimitero del mondo» –, con le nuove tecnologie chiunque può accedere a servizi che promettono di «parlare col caro estinto» come fosse ancora tra noi. L’impatto di queste tecnologie sul nostro rapporto con la morte – e dunque con la vita – è sempre più inquietante.
Col passare del tempo nella società si fa strada il «foreverismo», l’idea che si possa in qualche modo «vivere per sempre», almeno digitalmente parlando: app che ci promettono un’eternità digitale ed esorcizzano la morte finiscono col negare a chi resta la consolazione dell’elaborazione del lutto. Il tempo stesso si sta congelando in un eterno presente.
In Vivere per sempre Davide Sisto, con uno stile diretto e profondo, rilegge il nostro rapporto con la fine, dalla rimozione culturale della morte alla sua spettacolarizzazione, mostrando come la tecnologia stia cambiando sempre di più il modo in cui viviamo, ricordiamo e, soprattutto, moriamo e veniamo ricordati.
Dettagli libro
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Editore
-
Testo originale
Sì -
Lingua
Italiano -
Lingua originale
Italiano -
Data di pubblicazione
-
Numero di pagine
150 -
Argomento
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Collana
Sull'autore
Davide Sisto
Davide Sisto, filosofo torinese, esperto di tanatologia, si occupa del tema della morte a partire da un punto di vista filosofico e in relazione alla medicina, alla cultura digitale e al postumano. Insegna al Master «Death Studies & the End of Life» dell’Università di Padova, conduce corsi di formazione in tutta Italia ed è curatore, insieme a Marina Sozzi, del blog Si può dire morte. Oltre a numerosi saggi su riviste nazionali e internazionali, ha pubblicato: Lo specchio e il talismano. Schelling e la malinconia della natura (2009), Narrare la morte. Dal romanticismo al postumano (2013), Schelling. Tra natura e malinconia (2016), I confini dell’umano. La tecnica, la natura, la specie (2023) e Virtual influencer. Il tempo delle vite digitali (2024). Presso Bollati Boringhieri sono apparsi La morte si fa social. Immortalità, memoria e lutto nell’epoca della cultura digitale (2018), Ricordati di me. La rivoluzione digitale tra memoria e oblio (2020, Premio Napoli) e Porcospini digitali. Vivere e mai morire online (2022). I suoi libri sono tradotti in numerose lingue.