Latitudine dei sogni

Latitudine dei sogni

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In questa raccolta di poesie, Carmen Yáñez sembra attraversare in un solo movimento l’ampio atlante che comprende la sua vita, dal Sud America all’Europa, senza mai staccarsi dai tenaci ricordi che la seguono. Forse non ricorre a caso l’immagine della lumaca, animale antico che si porta addosso la sua casa e la sua storia, tutto quello che ha, e al suo passaggio depone «la scia della traversata, schiuma brillante della fuga». Ma i ricordi, in queste liriche meditative, sospese in un’atmosfera quasi trasognata («acque profonde, / in cui si moltiplicano gli arcani»), sembrano proiettare ombre discrete, finalmente pacificate, che si allontanano dai demoni consueti – la dittatura, l’esilio – di questa poetessa capace di rara fermezza morale come di inconsuete vibrazioni d’amore. Così nascono versi che sarebbero piaciuti a García Lorca: «Era piena la luna quando tacque il suo amante? / In quale pantano conficcò la spada?», sinopie che si aprono al colore, con un suggestivo rigore formale: «Davanti a questo mare acceso di malve». Su tutto, un’attenzione paziente alle cose, ai gesti, ai sentimenti quotidiani («le onde piccole della pena»), che sono il segno di una riconciliazione con la vita, scrutata in una perplessa lontananza.

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Sull'autore

Carmen Yáñez

Carmen Yáñez è nata nel 1952 a Santiago del Cile. Nel 1975 finisce nelle mani della polizia politica di Pinochet. Scampata all’inferno di Villa Grimaldi, rimane in clandestinità fino al 1981, quando sotto la protezione dell’ONU si rifugia in esilio in Svezia, dove inizia a pubblicare le sue poesie, che negli anni successivi appaiono su riviste svedesi e tedesche. Nel 1997 si trasferisce in Spagna, nelle Asturie, dove tuttora risiede. Ha partecipato a diversi festival internazionali e nel 2002 a Piacenza le è stato conferito il Premio di poesia «Nicolás Guillén». Presso Guanda sono uscite le raccolte Paesaggio di luna fredda, Abitata dalla memoria, Terra di mele, Latitudine dei sogni, Cardellini della pioggia e Migrazioni.