L'estetica triste Seduzione e ipocrisia dell'innovazione

L'estetica triste

Seduzione e ipocrisia dell'innovazione

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«Scienza triste»: l’economia non è più riuscita a liberarsi del suo epiteto ottocentesco, che metteva sotto accusa la brutalità di appetiti a malapena dissimulati dall’astrattezza dei principi regolatori del mercato. Motivi analoghi inducono oggi Fabio Merlini a qualificare come «triste» anche l’estetica, sfera a cui di solito assegniamo effetti rasserenanti, se non euforizzanti. La bella apparenza che tanto ci seduce nella scenografia della merce esercita infatti un potere di incantamento che da un lato occulta condizioni di produzione talora neoschiavistiche e offese all’ecosistema, e dall’altro stringe alleanze con i regimi di consunzione del tempo nei quali si estenua la nostra esistenza, convocata in un presente privo di orizzonte. Invece di disinnescarla, l’esuberanza delle cose potenzia la tonalità depressiva dell’innovazione, che vive di caducità indotta attraverso vettori di accelerazione: ogni novità presto confligge con la versione aggiornata di se stessa, condannandosi a rapida obsolescenza e denunciando la consanguineità tra moda e morte già colta da Leopardi due secoli fa. A questa inevitabile «tristezza» cooperano adesso la disintermediazione universale, il dinamismo immobile – immediatezza ostile a qualsiasi differimento – e la stilistica della prestazione, che all’insegna dell’easy style costringe in realtà a una sfibrante mobilitazione cognitiva. Di ossimoro in paradosso, Merlini con garbo ragionativo ispeziona il nostro mondo estetizzato e performante, in cui tutto è merce o aspira feticisticamente a diventarlo. Un mondo, conclude, sempre più inospitale.

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Sull'autore

Fabio Merlini

Fabio Merlini è presidente della Fondazione Eranos di Ascona e dirige a Lugano l’Istituto Universitario Federale per la Formazione Professionale. Ha insegnato all’Università di Losanna e ha tenuto regolarmente seminari presso l’École Normale Supérieure di Parigi. Tra i suoi libri: La comunicazione interrotta. Etica e politica nel tempo della «rete» (2003), L’efficienza insignificante. Saggio sul disorientamento (2009), Ubicumque. Saggio sul tempo e lo spazio della mobilitazione (2015) e Filo di perle. Poesie liriche in tre tempi (2015).

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