La rivoluzione del ricco

La rivoluzione del ricco

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Nel 1952, Gaetano Salvemini, anziano patriarca dell’antifascismo, affida alle pagine de «Il Ponte» di Piero Calamandrei un saggio in tre puntate sul Risorgimento e sull’età giolittiana alla luce del Ventennio fascista. Tornato dall’esilio americano, l’autore de Il ministro della mala vita si confronta con la natura dell’Italia prima e dopo l’avvento di Mussolini, «l’Uomo della Provvidenza che aveva sempre ragione».
Nel saggio qui riproposto, lo storico e il polemista si fondono per dar vita a un bilancio lucido e asciutto, intessuto di giudizi taglienti su una stagione cruciale della storia italiana. Ma più in generale queste pagine valgono come riflessione sulla fragilità delle istituzioni rappresentative, quando vengono svuotate delle loro prerogative e non appaiono più sorrette da un sentire diffuso. Ne esce un testo folgorante, limpido e attuale, che risuona in modo inquietante al giorno d’oggi e che tanto sarebbe necessario rileggere. 

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Sull'autore

Gaetano Salvemini

Gaetano Salvemini (1873-1957), storico e uomo politico, combatté il giolittismo con il settimanale «L’Unità» (dal 1911) e il fascismo con il clandestino «Non Mollare» (1925). Arrestato e processato, riuscì a espatriare prima in Francia, poi, dal 1933, negli Stati Uniti, dove insegnò fino al ritorno in Italia nel 1949. Fu tra i fondatori di Giustizia e Libertà. Presso Bollati Boringhieri sono apparsi: Il ministro della mala vita. Notizie e documenti sulle elezioni giolittiane nell’Italia meridionale (a cura di Sergio Bucchi, 2000, n. ed. 2021), Dai ricordi di un fuoruscito 1922-1933 (a cura di Mimmo Franzinelli, 2002, n. ed. 2021), Sulla democrazia (a cura di Sergio Bucchi, 2007) e La rivoluzione del ricco (a cura di Francesco Torchiani, 2020).

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