In questo libro, cruciale per capire il suo percorso, Luce Irigaray interroga l’opera dei presocratici che sta alla radice della nostra cultura. Ricordandoci la storia di Ulisse e Antigone, dimostra come, fin dall’inizio, la tradizione occidentale rappresenti un esilio per l’umanità. Per emergere dall’origine materna, l’uomo ha elaborato un discorso di padronanza e ha costruito un mondo proprio che a poco a poco si è allontanato dalla vita, dalla sua coltivazione e condivisione. Tornare alla cultura greca delle origini è necessario per recuperare la nostra appartenenza naturale e imparare a coltivarla umanamente nel rispetto delle nostre differenze. Invece di un’astratta logica, occorre un linguaggio capace di esprimere un’energia vivente e di trasformare i nostri istinti in desideri condivisibili. L’arte diviene allora una mediazione indispensabile per un’altra evoluzione dell’umanità.
Dettagli libro
-
Editore
-
Lingua
Italiano -
Lingua originale
Francese -
Data di pubblicazione
-
Numero di pagine
171 -
Argomento
-
Collana
Sull'autore
Luce Irigaray
Luce Irigaray, direttrice di ricerca in filosofia presso il Centre National de la Recherche Scientifique di Parigi, ha una formazione multidisciplinare – filosofia, linguistica, psicologia, psicoanalisi – e pratica lo yoga da più di trent’anni. Si dedica alla costruzione di una cultura a due soggetti, maschile e femminile, portatori di valori differenti ma di equivalente importanza per l’elaborazione di legami e di civiltà, sia nell’ambito privato sia all’interno di una comunità umana mondiale. Presso Bollati Boringhieri ha pubblicato: Io, tu noi. Per una cultura della differenza (1992), Amo a te. Verso una felicità nella Storia (1993), Essere due (1994), La democrazia comincia a due (1994), L’oblio dell’aria in Martin Heidegger (1996), La via dell’amore (2008), Condividere il mondo (2009), Una nuova cultura dell’energia (2011), All’inizio lei era (2013) e Nascere. Genesi di un nuovo essere umano (2019).