Amore e violenza Il fattore molesto della civiltà

Amore e violenza

Il fattore molesto della civiltà

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Nel comune sentire amore e violenza tendono idealmente a polarizzarsi: che cosa avrebbero da spartire lo slancio ardente verso l’oggetto del proprio desiderio e la brutale lacerazione dell’altro, la tenerezza e l’odio rabbioso, la passione vivificante e il gesto mortifero? In realtà il sentimento amoroso e l’atto violento si compenetrano da sempre, a partire dallo strappo che separa il maschio dal corpo di donna che lo ha generato. E sono intrecciati al punto da serrarsi in un nodo inestricabile che costituisce – sia per gli individui sia per i gruppi umani – il «fattore molesto» della civiltà. Con l’acutezza di sguardo di chi sa mettere a nudo le ambivalenze e le contraddizioni del rapporto di potere tra i sessi, Lea Melandri esplora la violenza reale e simbolica annidata all’interno delle relazioni più intime, come la sessualità e la maternità. È su quel corpo con cui è stato tutt’uno, e con cui torna a fondersi nell’amplesso, che l’uomo si accanisce. Ma questa fuga estrema dal femminile che si perpetua, atavica, in ogni mano maschile levata sulle donne, conosce un’ultima contorsione, su cui Melandri invita a riflettere: l’attuale spazio pubblico, sempre più occupato dalle donne, sembrerebbe stemperare la «guerra tra i sessi», mentre è soltanto una nuova forma di dominio, a conferma ancora una volta dell’asservimento che ha ridotto le donne a vita biologica, virtù domestiche, prestazioni marginali. Nella nuova prefazione, Lea Melandri aggiorna la propria riflessione a partire dalla svolta segnata dai recenti fatti di cronaca, fiduciosa nel fatto che essi rappresentino uno spartiacque, se non persino una rivoluzione della coscienza storica per quanto riguarda la millenaria cultura patriarcale arrivata fino a noi.

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Sull'autore

Maddalena Melandri

Lea Melandri (1941) è presidente della Libera Università delle donne di Milano. Dal 1971 al 1978 è stata redattrice, insieme allo psicoanalista Elvio Fachinelli, della rivista «L’erba voglio». Ha diretto, dal 1987 al 1997, la rivista «Lapis. Percorsi della riflessione femminile». Ha collaborato dal 2000 al 2004 al mensile «Carnet», e attualmente con varie testate, tra cui: «Alfabeta», «Internazionale», «il Manifesto», «Il Riformista», «Corriere della Sera». Negli anni Settanta ha preso parte al movimento delle donne, di cui è divenuta una delle teoriche di riferimento. Della sua ricerca sulla problematica del rapporto tra i sessi sono testimonianza le sue pubblicazioni, tra cui ricordiamo: L’infamia originaria. Facciamola finita col cuore e la politica (1977, 2018), Lo strabismo della memoria (1991, 2019), Migliaia di foglietti. Mineralogia del mondo interno (1996), Una visceralità indicibile. La pratica dell’inconscio nel movimento delle donne degli anni Settanta (2000), Alfabeto d’origine. Memoria del corpo e scrittura di esperienza (2017), Gli avvolgimenti del tempo. Tra pandemie, guerre e devastazione ambientale (2023). Per Bollati Boringhieri ha pubblicato Le passioni del corpo. La vicenda dei sessi tra origine e storia (2001), Come nasce il sogno d’amore (2002, 2025), Amore e violenza. Il fattore molesto della civiltà (2011, 2024), tradotto in inglese, in francese e in corso di pubblicazione in spagnolo.
 

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