Binario morto Alla scoperta del Corridoio 5 e dell’alta velocità che non c’è

Binario morto

Alla scoperta del Corridoio 5 e dell’alta velocità che non c’è

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“Un reportage ironico che fa riflettere sulla mancata integrazione europea.”
Internazionale

“Se non vi interessano i treni, potrete leggere Binario morto come una spy story, come un racconto picaresco, come una road novel, come il resoconto di un viaggio impossibile, o magari come un’allegoria della condizione in cui ci siamo cacciati noi italiani ed europei, costretti a scegliere se stare con chi costruisce i tunnel o con chi innalza muri.”
Dalla premessa alla nuova edizione

Il Tav o la Tav continua a dividere l’opinione pubblica. Una grande occasione per taluni, uno spreco di risorse per altri. Davvero di qui passa il futuro dell’Europa? Nel 2013 i due autori di questo straordinario viaggio-inchiesta decisero di andare a vedere di persona a che punto era il progetto della linea che nell’intenzione dei suoi promotori dovrebbe unire Lisbona a Kiev: 3200 chilometri di ferrovia ad alta velocità per garantire prodigiosi sbocchi di mercato all’Italia e all’Europa.
Il resoconto che ne venne fuori fu desolante. Nessun paese coinvolto dal progetto era pronto a investire nella sua realizzazione. A distanza di qualche anno, la situazione non è molto cambiata. Solo il tratto Lione-Torino continua ad accendere gli animi e a dividere l’opinione pubblica, come se il futuro commerciale dell’Europa dipendesse solo dagli italiani. Oggi il Corridoio 5 è ancora tutto da fare e l’Europa continua a essere divisa.
 

Dettagli libro

Sull'autore

Luca Rastello

Luca Rastello (1961-2015), giornalista e scrittore, ha lavorato per il Gruppo Abele e diretto «Narcomafie», «L’Indice» e Osservatoriobalcani.org. Ha raccontato la guerra nella ex Iugoslavia in un libro diventato di riferimento («La guerra in casa», Einaudi). Autore di romanzi e saggi, con Chiarelettere ha pubblicato: «I Buoni», «Binario morto» (con Andrea De Benedetti) e il suo ultimo libro, uscito postumo, «Dopodomani non ci sarà».

Andrea De Benedetti

Andrea De Benedetti è nato a Torino il 1° novembre 1970. Laureato in Grammatica italiana, dal 1997 al 2006 ha insegnato Lingua italiana all’Università di Granada (Spagna) e nello stesso periodo ha cominciato a collaborare come corrispondente per diverse testate italiane («il manifesto», «Guerin Sportivo», «Tuttosport»). Dopo il rientro in Italia, ha insegnato nei corsi Ssis dell’Università di Torino, nei master in traduzione editoriale dell’agenzia formativa TuttoEuropa e nei corsi di Italiano L2 dell’Università di Pavia. Contemporaneamente ha allargato la sua rete di collaborazioni giornalistiche firmando inchieste, interviste e articoli di sport e costume per testate quali «GQ», «D la Repubblica delle Donne» e «Pubblico». Tra le sue pubblicazioni, L’informazione liofilizzata (Franco Cesati, 2004), Ogni bel gioco (Nerosubianco 2006) e Val più la pratica. Piccola grammatica immorale della lingua italiana (Laterza 2009). È coautore, con Mimmo Genga, di una grammatica italiana per le scuole superiori (E ora, l’italiano) pubblicata da Laterza (2011). Sempre per Laterza, ha tradotto gli ultimi due saggi di Fernando Savater: Storia della filosofia raccontata da Fernando Savater e Tauroetica. È presidente e socio cofondatore dell’associazione culturale Slow Foot. Prima del reportage di cui è frutto questo libro non si era mai occupato di Tav.

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