Ci sono mani che odorano di buono

Ci sono mani che odorano di buono

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««Ci sono mani che odorano di buono è un romanzo generoso, perché generosa è la scrittura, uguale solo a se stessa, capace di soluzioni imprevedibili. È generosa la trama perché è un romanzo ricco anche di colpi di scena ed è generosa la visione del mondo e degli esseri umani di Sara Gambazza.»»
Chiara Gamberale

«La solitudine, le vite ai margini, la forza di amare nonostante tutto in un potente romanzo d'esordio»

««Siamo un popolo di aspiranti scrittori: le case editrici sono sommerse di manoscritti, farsi notare è quasi impossibile. Eppure, a volte i miracoli accadono. Come testimonia la storia di Sara Gambazza.»»
Maria Tatsos

««Forse è tutto qui il realismo sorprendente con cui Gambazza si inserisce tra i nuovi narratori della provincia italiana: spostando la sentenza gattopardesca del «tutto cambi perché tutto rimanga com'è» dal palcoscenico delle rivoluzioni rumorose al silenzioso bisogno del prendersi cura dell'altro.»»
Katia D'Addona

«“È un esordio narrativo di notevole spessore quello di Sara Gambazza con il romanzo Ci sono mani che odorano di buono, un titolo che apre a una scrittura in libera uscita, che arriva direttamente dal cuore e dai sensi.” »
Famiglia Cristiana - Mariapia Bonanate

Un pomeriggio d’inverno, freddo da spezzare le ossa, Bina si ritrova sola. Ha ottantatré anni e aspetta suo nipote al parco del Cinghio, un quartiere da cui è meglio tenersi alla larga ai margini di una cittadina perbene. Marta, che di anni ne ha venticinque, e che al Cinghio è cresciuta imparando che il mondo è storto e non lo si può aggiustare, la osserva dalla finestra: la vede farsi rigida su una panchina sfondata, il naso gocciolante, un berretto rosa calato sugli occhi spauriti. Decide di offrirle un tetto per la notte. Poi per la notte dopo e per quella dopo ancora. Marta finisce così per prendersi cura di Bina, e intorno a lei, a proteggere quaranta chili di ossa e grinze, si stringono gli abitanti dell’intera palazzina. Poche strade più in là, Fabio viene preso a pugni: ha sgarrato con la persona sbagliata ed è nei guai, grossi guai. Fabio è il nipote di Bina e, mentre Marta prepara il letto per la nonna, lui bussa alla porta di Genny, un’ex prostituta in grado di raccogliere i cocci altrui senza fare domande. Bina e Fabio vivono giorni sospesi, in un luogo duro e sconosciuto, nell’attesa che qualcosa accada. Qualcosa accadrà. E il destino rimescolerà il mazzo, distribuendo ai giocatori nuove carte. Quei giorni freddi si faranno via via più caldi dentro le palazzine di appartamenti rattoppati: tra coperte rimboccate, il rumore del caffè che sale nella moka, il profumo del sugo e una carezza sulla fronte, Marta, Bina, Fabio e Genny scopriranno che dietro ogni abbandono, nascosti sotto ogni solitudine, sopravvivono sempre la forza di amare e il bisogno di prendersi cura l’uno dell’altro.

Dettagli libro

Sull'autore

Sara Gambazza

Sara Gambazza è nata a Parma e vive a Noceto, nella campagna parmense, con il marito, tre figli e quattro cani. Ci sono mani che odorano di buono è un romanzo nato ripensando con tenerezza e nostalgia a un importante periodo della sua vita.

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