Dislocazione involontaria Trauma e resilienza nell’esperienza di sradicamento
Dislocazione involontaria Trauma e resilienza nell’esperienza di sradicamento

Dislocazione involontaria

Trauma e resilienza nell’esperienza di sradicamento

«Un'elaborazione sensibile e originale delle complesse esperienze legate al trauma e alla dislocazione, che dà fiducia alla dignità umana e alla capacità di resilienza.»
Arvo Pärt

Ogni anno crisi climatica e conflitti politici costringono milioni di persone a fuggire dalle proprie case per cercare di ricostruirsi una vita altrove. Con un approccio autenticamente multidisciplinare e fedelmente orientato alla pratica, questo saggio offre una riflessione profonda e innovativa sui molti aspetti legati alla migrazione forzata, che viene qui chiamata «dislocazione involontaria» alla luce di una raffinata disamina lessicale.
In pagine illuminanti, in cui confluisce quasi mezzo secolo di esperienza con i rifugiati, Renos Papadopoulos presenta casi di pratica clinica e analisi epistemologiche che mettono a nudo le trappole del pensiero terapeutico e dell’immaginario sociale legate allo sradicamento. Le diverse prospettive adottate dalla psicoanalisi, dalla filosofia e dall’etimologia non solo permettono di identificare soluzioni a sostegno della persona dislocata, ma espandono anche gli orizzonti di significato relativi a concetti onnicomprensivi e fuorvianti come «trauma» e «vittima», che finiscono per patologizzare, anziché sostenere un percorso di crescita e di cambiamento. Grazie a una psicologia del profondo informata dal punto di vista sociale e politico, vengono proposti strumenti inediti per inquadrare il fenomeno in modo corrispondente alla sua sfaccettata complessità.
Un lavoro originale e appassionato, che si nutre dell’impegno umanitario di un professionista della prima ora, per chiunque voglia comprendere senza preconcetti gli impatti psicosociali dello sradicamento.

Dettagli libro

Sull'autore

Renos K. Papadopoulos

Renos K. Papadopoulos è professore presso il Dipartimento di studi psicosociali e psicoanalitici e direttore del Centro per il trauma, l’asilo e i rifugiati dell’Università di Essex. È uno psicologo clinico, psicoterapeuta familiare e psicoanalista junghiano, nonché formatore e supervisore. Come consulente di numerose organizzazioni umanitarie ha lavorato con rifugiati, persone soggette a tortura e sopravvissuti alla violenza politica di molti paesi. Ha all’attivo numerose pubblicazioni di carattere accademico e clinico, tradotte anche in altre lingue. È vincitore del Premio C.G. Jung 2022.

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