Cosa intendiamo quando parliamo di vite straordinarie? Forse una risposta possiamo trovarla ripercorrendo la storia di Giovanna Zangrandi, come ce la presenta nel suo saggio introduttivo Benedetta Tobagi. Vite in cui la ricerca del proprio vero sé passa per uno pseudonimo, Anna, nome di battaglia assunto dall'autrice durante la Resistenza e protagonista di questo libro. Venti mesi trascorsi tra i boschi e le montagne del Cadore, non più meta di escursioni e discese con gli sci in libertà, ma luoghi dove si combatte la guerra di liberazione. E mentre Anna fa la sua parte, Giovanna scrive, riempiendo quaderni che a un certo punto dovrà sotterrare a 1700 metri, sotto le cime delle Marmarole, nelle Dolomiti orientali, e che recupererà solo a guerra finita. Quei quaderni saranno la materia prima a partire dalla quale Zangrandi ricostruirà la storia di Anna e dei suoi «giorni veri». Veri non solo perché veramente vissuti, ma anche perché della Resistenza l'autrice restituisce un'immagine viva, diretta, tutt'altro che retorica, espressa in una scrittura di grande modernità. «Un racconto svolto con una semplicità così immediata e così scarna che potrebbe apparire addirittura brutale», commentò un'altra scrittrice e partigiana, Ada Gobetti. «Un diario veramente eccezionale cui la tempra di scrittrice di Giovanna Zangrandi dà anche un più che notevole valore letterario».
Dettagli libro
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Editore
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Lingua
Italiano -
Numero di pagine
272 -
Argomento
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Collana
Sull'autore
Giovanna Zangrandi
Giovanna Zangrandi, pseudonimo di Alma Bevilacqua, nasce a Galliera in provincia di Bologna, e dopo la laurea in Chimica si trasferisce a Cortina, dove insegna, scrive sui giornali locali, arrampica e fa la maestra di sci. In seguito agli eventi dell’8 settembre entra nella brigata Pietro Fortunato Calvi. Dopo l’impegno nella Resistenza, si dedica maggiormente alla scrittura. Negli anni Cinquanta collabora con l'Unità, Gioia, Epoca, Amica, La Nazione, Noi donne. Nel 1954 pubblica con Mondadori I Brusaz, che vince il Premio Grazia Deledda, nel 1959 Il campo rosso (Premio Bagutta) e nel 1963 I giorni veri (Premio Resistenza-Venezia). Nel 1946 costruisce il Rifugio Antelao, che diventa in seguito proprietà del CAI. Scomparsa nel 1988, l’autrice è sepolta a Galliera.