Il lamento dell'insegnante

Il lamento dell'insegnante

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«Un modo nuovissimo di raccontare la scuola di oggi: attraverso la scuola degli Antichi. Con una passione che viene da lontano, e che ancora ci prende.» Paola Mastrocola Sono almeno duemila anni che ci si lagna della scuola. Con un’impressionante costanza di argomentazioni, espressioni e perfino parole singole. L’insegnante di lungo corso Alessandro Banda, con estro e brio narrativo, passa in rassegna tale esteso lamento bimillenario. A partire da testi di Orazio, Petronio, Giovenale, ­Sant’Agostino, Dante, attraverso le opere di Rabelais e Montaigne, per arrivare fino a Thomas Mann, ci mostra come nel corso dei secoli gli insegnanti siano sempre stati malpagati, le strutture insufficienti, gli studenti ribelli e somari e le lezioni noiose. Non c’è nulla di nuovo sotto il sole, insomma. E forse non ci sarà mai... Perché al termine della scorribanda storico-letteraria, erudita quanto divertente, il professore trae le sue conclusioni: la scuola non cambia perché non può e non deve cambiare. È meglio tenerla così com’è. Una tesi del tutto fuori dal coro che non mancherà di trovare oppositori feroci e di far sospirare ad altrettanti: «Finalmente qualcuno ha avuto il coraggio di dirlo».

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Sull'autore

Alessandro Banda

Alessandro Banda (Bolzano, 1963) vive a Merano. Dal 2011 collabora alla rivista online doppiozero.com. Per Guanda ha pubblicato: La verità sul caso Caffa, La città dove le donne dicono di no, Scusi, prof, ho sbagliato romanzo, Come imparare a essere niente, L’ultima estate di Catullo, Il lamento dell’insegnante e Congiura.

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