Il pianoforte segreto

Il pianoforte segreto

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««La perseveranza, l'intelligenza e il taoismo hanno portato la pianista Zhu Xiao-Mei dai campi di lavoro della Rieducazione culturale di Mao alle Variazioni Goldberg di Bach». »
«Le Monde»

Nel ‘68, gli studenti manifestavano sventolando il Libretto rosso del presidente Mao. Nel frattempo, in Cina, la Rivoluzione culturale mieteva vittime proprio tra i giovani. Una di questi, al tempo studentessa di musica, decide pochi anni fa di ignorare l'insegnamento del padre, di «andarsene in silenzio, senza lasciare traccia», e raccontare invece la sua storia, e quella di un'intera generazione di giovani sottoposta a un diffuso lavaggio del cervello e convinta della giustezza di un'ideologia che li costringeva alla delazione e alla denuncia, oltre a togliere loro ogni libertà. Uccidendoli anche nell'anima: commoventi il rimorso, il dolore e il pentimento di Zhu Xiao-Mei per aver creduto alle menzogne del maoismo e avere agito di conseguenza. È anche per «chiedere scusa», che l'autrice scrive, ed è proprio il pentimento, tra i tanti sentimenti contrastanti, ad animare la sua scrittura.
Nata in una di quelle famiglie che al tempo vennero disgregate ed etichettate con il bollo infamante «di cattive origini», cioè di musicisti e intellettuali, Zhu Xiao-Mei viene internata per cinque anni in un campo di rieducazione ai confini con la Mongolia.
La storia di come le note di una fisarmonica risveglino in lei l'amore per la musica e la spingano a procurarsi avventurosamente un pianoforte è raccontata con semplicità, la stessa che aggiunge pathos involontario al resoconto dei mille soprusi perpetrati dai sorveglianti sugli internati.
Il potere salvifico della musica anche in circostanze orribili è un tema trattato diffusamente in letteratura a proposito della Shoah, ma Zhu Xiao-Mei aggiunge una quantità di riflessioni inedite, e racconta il percorso a dir poco accidentato che la porta negli Stati Uniti, le difficoltà che affronta per continuare a studiare pianoforte, per poi approdare a Parigi dove dà il primo concerto, dedicato a Bach. Il compositore che per lei indica una «via» molto simile a quella del Tao.  Suonerà le Variazioni Goldberg ovunque, e la sua esecuzione è diventata un culto.

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Sull'autore

Zhu Xiao-Mei

Zhu Xiao-Mei, nata a Shanghai nel 1949, si distingue fin da bambina negli studi musicali, e già a otto anni suona per programmi radiofonici e televisivi. A dieci anni entra al Conservatorio di Pechino, ma gli studi sono interrotti dalla Rivoluzione culturale di Mao, e negli anni successivi Xiao-Mei viene internata in quattro differenti campi di lavoro, tra cui Zhangjiakou. Nel 1980 si trasferisce negli Stati Uniti, dove si diploma al New England Conservatory di Boston. Oggi insegna al Conservatoire National Supérieur de Musique et de Danse di Parigi, ed è tra i maggiori interpreti delle Variazioni Goldberg di Bach.

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