
Cosa resta dei ricordi? Parafrasando ironicamente il titolo della più celebre canzone di Charles Trenet – Que reste-t-il de nos amours? – Irene Bignardi ricostruisce un mondo che non esiste più, ma i cui sentimenti sono sempre attuali. Di volta in volta sognatrici e realiste, traditrici e tradite, ingenue e meschine, le donne di Bignardi fanno parte della borghesia illuminata milanese degli anni ‘50 e ‘60, anni ricchi di sperimentazioni artistiche e personali. Un mondo tutto sommato gentile, dove un maturo regista riesce a resistere alle avance di una giovanissima ammiratrice, una moglie cerca di salvare il proprio matrimonio, un artista si trasferisce con la moglie a casa del committente così da risparmiare mentre conclude il lavoro. Con intensità e ironia, Irene Bignardi ci regala un quadro d’epoca animato da tutte quelle emozioni che ancora oggi ci accompagnano durante quel lungo percorso che si chiama diventare adulti.
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112Argomento
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Sull'autore
Irene Bignardi
Irene Bignardi si è laureata in Lettere moderne per poi studiare Comunicazione all’Università di Stanford. Cominciò a collaborare con “la Repubblica” fin dall’inizio come inviata culturale e critica cinematografica. Ha diretto il Mystfest di Cattolica e il Festival del film di Locarno ed è stata responsabile delle Notti Veneziane durante gli anni di Gillo Pontecorvo. E' autrice di numerose pubblicazioni – ricordiamo Storie di cinema a Venezia (Marsilio 2012), Memorie estorte a uno smemorato. Vita di Gillo Pontecorvo (Feltrinelli 2009), Americani. Un viaggio da Melville a Brando (Marsilio 2005), Brevi incontri (Marsilio 2003).