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Un romanzo "giallo-rosa" dall’umorismo effervescente

«I romanzi di Georgette Heyer sono assolutamente irripetibili e ridanno vita a un'epoca emozionante e vivacissima.»
Birmingham Post

1793. L’ultimo desiderio del tirannico lord Lavenham è stato chiaro: suo nipote, sir Tristram, dovrà sposare la giovane cugina Eustacie, che ha cercato rifugio in Inghilterra per sfuggire al regime del Terrore che si sta diffondendo in Francia. Ma Eustacie, impulsiva e romantica, non ci pensa neppure, a sposarsi, e quindi si dà alla fuga… finendo così dritta fra le braccia di un contrabbandiere che, destino vuole, porta lo stesso cognome del nonno. Ludovic Lavenham è infatti il pronipote del nonno di Eustacie e, anni prima, è stato accusato di omicidio in seguito a una disputa su un cimelio della famiglia Lavenham, un prezioso anello poi sparito nel nulla. Ritrovarlo, per la giovane, significa non soltanto riabilitare il buon nome di Ludovic e consentirgli di entrare in possesso dell’eredità che gli spetta, ma anche sottrarsi a un’unione sicuramente infelice.
Considerato il romanzo più avventuroso di Georgette Heyer, L’anello rivela come la regina del Regency sapesse orchestrare con estrema abilità vicende e personaggi anche al di fuori dei salotti o dei balli, senza però mai dimenticare che il motore di tutto – sia un duello verbale o a fil di spada – è sempre l’amore.

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Sull'autore

Georgette Heyer

Georgette Heyer nasce a Wimbledon il 16 agosto 1902. È la maggiore dei tre figli di George Heyer, docente di francese al King’s College, e Sylvia Watkins, un’apprezzata musicista. Il padre la incoraggia ad avere un’educazione letteraria il più possibile ampia e, all’età di diciassette anni, per intrattenere il fratello Boris, malato e costretto a letto, lei comincia a raccontargli delle storie. Da esse nascerà il suo primo romanzo, La falena nera, pubblicato nel 1921 con un buon successo, ma soprattutto avrà inizio un’attività di scrittrice che s’interromperà solo con la morte di Heyer, il 4 luglio 1974.
Sposatasi nel 1925 – due mesi dopo la morte del padre – con Ronald Rougier, un ingegnere minerario, Heyer segue il marito in Tanzania (allora Tanganica) e poi in Macedonia. È qui che Ronald decide di cambiare lavoro, lasciando sulle spalle della moglie il peso finanziario della famiglia, una situazione che, in pratica, non cambierà più, anche quando, nel 1939, Ronald inizierà una nuova carriera da magistrato. Tutto ciò renderà ancora più necessaria la continua pubblicazione dei romanzi, però mai a scapito della loro efficacia né della loro accuratezza: nel corso degli anni, Heyer si costruirà una sorta di biblioteca con più di mille testi di riferimento sui soggetti più vari: dalla storia d’Inghilterra alle acconciature, dagli elenchi nobiliari alle tabacchiere.
Dopo la guerra – e nonostante le persistenti difficoltà economiche, tra cui un lungo contenzioso con il fisco inglese – Heyer continua a scrivere con la stessa determinazione e con uno stile che ormai è riconosciuto come unico: i suoi cinquantasei romanzi e i numerosi racconti le permetteranno di raggiungere una fama mondiale e richiameranno uno stuolo di ammiratori illustri, da Margaret Drabble ad Anthony Burgess, da Stephen Fry alla regina Elisabetta. E la sua fine intelligenza, la sua incredibile abilità nel costruire le trame e nel creare personaggi convincenti conquistano ancora oggi nuovi lettori.

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