L’Italia è immersa ormai da tempo in una crisi di legalità: lo attesta ogni osservatorio nazionale e internazionale, ne è prova la nostra esperienza quotidiana, dal lavoro nero all’evasione fiscale, dall’abusivismo edilizio ai trucchetti negli appalti o nei concorsi. Insomma lo sappiamo, e forse non ci facciamo più nemmeno caso. Ciò che non sappiamo, tuttavia, è che l’illegalità ha le sue radici nel rapporto truffaldino che la politica italiana intrattiene con la Costituzione. Tutta la politica, di destra e di sinistra, benché le responsabilità non siano proprio uguali. Come potremmo prendere sul serio le leggi in vigore, quando la legge più alta viene costantemente vilipesa? E dove potremmo trovare le energie per contrastare questo andazzo, se il cattivo esempio viene dalle nostre classi dirigenti, da quanti dovrebbero al contrario proporci un modello da imitare? In questo continuo gioco al ribasso, la stessa Costituzione è finita sotto assedio, circondata da truppe ben armate e senza alcuna vergogna di sé e delle proprie proposte. Ora è giunta la resa dei conti: dal Parlamento al Quirinale, dai giudici ordinari alla Consulta, sono tutti sotto attacco. Questo libro ci offre un contributo per resistere.
Dettagli libro
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Editore
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Lingua
Italiano -
Data di pubblicazione
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Numero di pagine
273 -
Argomento
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Collana
Sull'autore
Michele Ainis
Michele Ainis, costituzionalista, è un siciliano trapiantato a Roma da vent’anni e passa. A Messina, nel 1978, scrive la sua tesi di laurea con la guida di Temistocle Martines, che successivamente lo avvia alla carriera accademica, e soprattutto gli impartisce una lezione di rigore civile. Ha pubblicato una nutrita seria di saggi, circa un centinaio su vari temi del diritto costituzionale. A questi si aggiunge un’intensa attività di editorialista, con più di cinquecento articoli su vari organi di stampa. Da qui qualche riconoscimento: il premio Tosato (1990), un premio della Cultura della presidenza del Consiglio dei ministri (1991), il premio «Libri dell’anno nella scienza giuridica» (1997 e 2004), il premio «Giurista dell’anno» da parte della European Law Students’ Association (1999), il premio «Santa Marinella» (2004). Quanto all’insegnamento, comincia nel 1984. Come ricercatore a Messina, poi a «La Sapienza» di Roma, quindi (da ordinario) all’Università di Teramo, infine a «Roma Tre».