Edmund de Waal, autore di Un’eredità di avorio e ambra
È con una verve straordinaria, e con un punto di vista originalissimo, che Francis Spufford racconta la storia dell’Unione Sovietica tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Una serie di personaggi veri e inventati, giovani scienziati brillanti, strateghi di partito, normalissime famiglie, coppie di innamorati, si muovono sullo sfondo di vicende storiche ben documentate per darci il quadro generale di un periodo intricato, spesso falsato dalla propaganda politica: la corsa dell’«economia pianificata» in gara con quella americana per il primato di ricchezza e progresso.
L’autore racconta la storia di un’idea con un tono leggero, spesso ironico: il dramma di un popolo che crede nelle favole prende forma da solo, senza bisogno di enfasi, di commenti seriosi, di scene tragiche. Spufford sa intrattenere il lettore senza tregua. Pura magia.
Dettagli libro
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Editore
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Testo originale
Sì -
Lingua
Italiano -
Lingua originale
Inglese -
Data di pubblicazione
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Numero di pagine
478 -
Argomento
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Collana
Sull'autore
Francis Spufford
Francis Spufford è docente al Goldsmiths College di Londra. Nominato nel 1997 Giovane scrittore dell’anno dal «Sunday Times», e nel 2007 Fellow della Royal Society of Literature, è autore di I May Be Some Time (1996), vincitore del Somerset Maugham Award; The Child That Books Built (2002), antologia letteraria sui testi di formazione per ragazzi; Backroom Boys (2003), finalista per l’Aventis Prize; e Unapologetic. Why, Despite Everything, Christianity Can Still Make Surprising Emotional Sense (2012), un saggio sul senso dell’essere cristiani oggi. Presso Bollati Boringhieri sono usciti: L’ultima favola russa (2013, 2016 e 2022), vincitore dell’Orwell Prize 2011, e Golden Hill (2017), vincitore del Costa First Novel Award, dell’Ondatjee Prize, del Desmond Elliott Prize e finalista del Walter Scott Prize per il romanzo storico.