L’uomo e i suoi simboli è a un tempo introduzione e conclusione del pensiero di Jung. Introduzione perché è l’unica opera a carattere divulgativo scritta dallo stesso Jung (e, naturalmente, ci volle un sogno per convincerlo a scriverla…). Conclusione perché pochi giorni dopo averla terminata, il grande intellettuale svizzero morì. In queste pagine sono racchiuse le fondamenta delle sue teorie, punto di riferimento nella psicologia del profondo, di cui ha ampliato i confini superando le teorie della psicoanalisi freudiana.
Oltre al saggio di Jung, il volume raccoglie quattro contributi dei suoi più stretti collaboratori: Marie-Louise von Franz, Joseph L. Henderson, Jolande Jacobi e Aniela Jaffé. Ne deriva un’esposizione a più voci, chiara ed essenziale, della «psicologia analitica», una limpida illustrazione di cosa rappresenta l’«inconscio collettivo» e di come si manifesta nei miti, nei sogni, nell’arte. Un testo fondamentale per capire l’uomo moderno, le sue angosce, i suoi traumi, i suoi impulsi.
Oltre al saggio di Jung, il volume raccoglie quattro contributi dei suoi più stretti collaboratori: Marie-Louise von Franz, Joseph L. Henderson, Jolande Jacobi e Aniela Jaffé. Ne deriva un’esposizione a più voci, chiara ed essenziale, della «psicologia analitica», una limpida illustrazione di cosa rappresenta l’«inconscio collettivo» e di come si manifesta nei miti, nei sogni, nell’arte. Un testo fondamentale per capire l’uomo moderno, le sue angosce, i suoi traumi, i suoi impulsi.
Dettagli libro
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Editore
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Lingua
Italiano -
Lingua originale
Inglese -
Data di pubblicazione
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Numero di pagine
400 -
Argomento
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Collana
Sull'autore
Carl Gustav Jung
Carl Gustav Jung (1875-1961) iniziò la sua attività nel 1900 nel famoso ospedale «Burghölzli» di Zurigo, sotto la guida di Eugen Bleuler, uno dei grandi maestri della psichiatria dinamica. Durante questi «anni di apprendistato» mise a fuoco la sua nozione di realtà psichica (teoria dei complessi autonomi) ed elaborò alcuni strumenti per la comprensione dei disturbi mentali (test di associazione verbale). Nel 1907 entrò in contatto con Freud, con cui stabilì uno stretto rapporto umano e scientifico, assumendo una posizione di primo piano nel movimento psicoanalitico, ma nel 1912 la pubblicazione di Trasformazioni e simboli della libido segnò la rottura del loro sodalizio e il distacco di Jung dalla psicoanalisi. Ne seguì un lungo periodo di «malattia creativa», caratterizzato da un serrato corpo a corpo con l’inconscio e le sue immagini archetipiche, di cui dà testimonianza Il Libro rosso. Esperienza decisiva da cui si cristallizzarono, negli anni della maturità, il sistema della psicologia analitica (dottrina dell’inconscio collettivo e degli archetipi, tipologia psicologica, energetica psichica e processo di individuazione, principio di sincronicità) e un’eccezionale messe di indagini storico-religiose, soprattutto nei campi dell’alchimia, dell’astrologia e del pensiero orientale. Le Opere di Jung sono pubblicate da Bollati Boringhieri a cura di Luigi Aurigemma (24 voll., 1965-2007).