«Questo libro è come uno sguardo ricco di emozioni, ma è anche una bella istantanea di una città e di una società che si trovano di fronte a un bivio.»
The Guardian
«Elisabeth de Waal cattura la fragilità di una città che cerca di ricostruirsi su basi incerte. È una storia importante e ora, finalmente, è stata raccontata.»
The Spectator
«È un vero e proprio capolavoro.»
San Francisco Chronicles
«Con la pubblicazione, dopo tutti questi anni, della Città dei grandi ritorni, possiamo ascoltare una voce che non solo ha resistito, ma, grazie alla sottigliezza e al fervore della libera espressione, ha trionfato.»
The New York Times
Vienna, 1954. La seconda guerra mondiale è finita e Vienna è nuovamente rischiarata dalle luci che si riflettono su palazzi e chiese della città. Un uomo è in piedi sulla banchina della stazione. Mentre cammina, cerca di ritrovare luoghi che sembrano essere stati inghiottiti dal tempo. Non riesce a riconoscerli, eppure una volta li chiamava «casa». Adler è uno scienziato ebreo, tornato dopo anni di esilio negli Stati Uniti. Ora si sente perso in un mondo sconosciuto, tetro, rigido e da cui non sembra trapelare alcuna clemenza. Ma, dietro le luci delle case, si nasconde un’altra città. Una città fatta di persone che, come lui, sono tornate dopo tanto tempo. C’è il ricco Theophil, che trasforma un vecchio palazzo dismesso nella sala da ballo più elegante della città. Ci sono Nina e Lorenzo Grein, due aristocratici fratelli che hanno perso la famiglia per mano dei nazisti anni prima. E poi c’è la giovane Resi, che Vienna non l’aveva mai davvero conosciuta. Il passato di ognuna di queste persone è unico. Ma le loro storie sono legate in modo profondo. Vienna non è più la città di un tempo. Eppure, anche loro sono cambiati, come la loro città. E anche Adler può smettere di cercare i luoghi scomparsi. Vienna ha una sorpresa in anche per lui.
Questo romanzo di Elisabeth de Waal è stato ritrovato dal nipote, lo scrittore Edmund de Waal, dopo la sua morte. È un capolavoro letterario che esplora un aspetto meno noto del secondo dopoguerra: il controesodo di chi era stato costretto a fuggire. Ma è una storia che riguarda tutti noi. È in storie come queste che si trovano le radici dell’identità e della cultura di un continente intero. E forse del mondo. Ciò che è più sorprendente, però, è l’abilità di de Waal nel farlo attraverso le appassionanti vicende personali dei suoi personaggi.
The Guardian
«Elisabeth de Waal cattura la fragilità di una città che cerca di ricostruirsi su basi incerte. È una storia importante e ora, finalmente, è stata raccontata.»
The Spectator
«È un vero e proprio capolavoro.»
San Francisco Chronicles
«Con la pubblicazione, dopo tutti questi anni, della Città dei grandi ritorni, possiamo ascoltare una voce che non solo ha resistito, ma, grazie alla sottigliezza e al fervore della libera espressione, ha trionfato.»
The New York Times
Vienna, 1954. La seconda guerra mondiale è finita e Vienna è nuovamente rischiarata dalle luci che si riflettono su palazzi e chiese della città. Un uomo è in piedi sulla banchina della stazione. Mentre cammina, cerca di ritrovare luoghi che sembrano essere stati inghiottiti dal tempo. Non riesce a riconoscerli, eppure una volta li chiamava «casa». Adler è uno scienziato ebreo, tornato dopo anni di esilio negli Stati Uniti. Ora si sente perso in un mondo sconosciuto, tetro, rigido e da cui non sembra trapelare alcuna clemenza. Ma, dietro le luci delle case, si nasconde un’altra città. Una città fatta di persone che, come lui, sono tornate dopo tanto tempo. C’è il ricco Theophil, che trasforma un vecchio palazzo dismesso nella sala da ballo più elegante della città. Ci sono Nina e Lorenzo Grein, due aristocratici fratelli che hanno perso la famiglia per mano dei nazisti anni prima. E poi c’è la giovane Resi, che Vienna non l’aveva mai davvero conosciuta. Il passato di ognuna di queste persone è unico. Ma le loro storie sono legate in modo profondo. Vienna non è più la città di un tempo. Eppure, anche loro sono cambiati, come la loro città. E anche Adler può smettere di cercare i luoghi scomparsi. Vienna ha una sorpresa in anche per lui.
Questo romanzo di Elisabeth de Waal è stato ritrovato dal nipote, lo scrittore Edmund de Waal, dopo la sua morte. È un capolavoro letterario che esplora un aspetto meno noto del secondo dopoguerra: il controesodo di chi era stato costretto a fuggire. Ma è una storia che riguarda tutti noi. È in storie come queste che si trovano le radici dell’identità e della cultura di un continente intero. E forse del mondo. Ciò che è più sorprendente, però, è l’abilità di de Waal nel farlo attraverso le appassionanti vicende personali dei suoi personaggi.
Dettagli libro
-
Editore
-
Testo originale
Sì -
Lingua
Italiano -
Lingua originale
Inglese -
Data di pubblicazione
-
Numero di pagine
350 -
Traduttore
-
Argomento
-
Collana
Sull'autore
Elisabeth de Waal
ELISABETH DE WAAL nasce a Vienna nel 1899. Studia filosofia, legge ed economia all’università di Vienna. Nel 1928 sposa Hendrik de Waal, da cui ha due figli, Victor e Constant (poi Henry). Scrive cinque romanzi inediti in vita, due in tedesco e tre in inglese, tra cui La città dei grandi ritorni e Milton Place. Muore in Inghilterra nel 1991. Mentre è in corso in tutto il mondo la riscoperta della sua opera, Garzanti pubblica per la prima volta in Italia i suoi romanzi.