La donna che scriveva racconti

La donna che scriveva racconti

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Tra i 10 migliori libri del 2015 per il New York Times

«Un libro sontuoso, stracolmo di meraviglie, vale la pena tenerlo vicino al comodino e leggerlo lentamente, una storia ogni tanto. Centellinarlo come una cosa buonissima.»
Elena Stancanelli - D - Repubblica

«Chi non ha ancora avuto la fortuna di conoscere la scrittura di Lucia Berlin si prepari a un piacere straordinario.»
The Washington Post

«Una grande scrittrice americana.»
The New York Times

«Una scrittura di altissimo livello, pulita, spesso telegrafica... Il modello letterario è Čechov, quello non letterario l’assolo di jazz.»
London Review of Books

«I racconti di Lucia Berlin sono uno dei segreti meglio custoditi d’America. Non c’è dubbio.»
Paul Metcalf

Una donna molto bella che ha avuto una vita difficile e la racconta in tanti piccoli quadri: protagonista la narratrice onnisciente o vari personaggi secondari, diversissimi tra loro: un vecchio indiano americano incontrato in una lavanderia; una ragazza giovanissima che scappa da una clinica messicana di aborti per ricche americane; la suora di una scuola cattolica; un’insegnante gay. Ma soprattutto, una domestica che ritrae, lapidaria ma benevola, le «signore» (e anche qualche «signore») per cui lavora: una storia indimenticabile, che dà il titolo all’edizione americana del libro, «Manuale per donne delle pulizie». «Indimenticabile» è l’aggettivo che definisce il valore di una storia breve. Tutti ricordano la signora con il cagnolino di Cˇechov, o la famiglia Glass di Salinger, o l’anziana donna malata di Alzheimer che si innamora di un compagno di sventura, di Alice Munro. Più difficile è ricordare uno qualunque dei protagonisti dei racconti di Raymond Carver, tutti molto simili: uomini che traslocano continuamente per sopravvivere a una crisi economica non solo individuale. O quelli di Charles Bukowski, l’eterno disadattato che ama l’alcol e le donne.
Non che sia possibile ricordare tutti i personaggi di Berlin, diversissimi, variegati per sesso, razza, colore e censo, ma di certo il tratto pittorico dell’autrice contribuisce a fissarli nella mente; complice una scrittura ingannevolmente semplice, chiara, essenziale, imprevedibile come la musica jazz ma altrettanto ipnotica.
Una vita più che difficile, quella di Lucia Berlin, tormentata dalla scoliosi e dalle sue conseguenze, da un primo matrimonio sfortunato, dalla povertà, e dai lavori tipici degli americani senza radici: ma le esperienze di centralinista, domestica, insegnante precaria o infermiera, e di madre single, forniscono all’autrice un materiale prezioso e vastissimo, che usa per raccontare se stessa con eccentrico, personalissimo talento.

Dettagli libro

Sull'autore

Lucia Berlin

Lucia Berlin, nata in Alaska nel 1936, a ventiquattro anni incomincia a pubblicare racconti sulla rivista di Saul Bellow «The Noble Savage» e su «The New Strand», e in seguito su «Atlantic Monthly» e «New American Writing». La raccolta di racconti Homesick ha vinto il National Book Award nel 1991 e il racconto «My Jockey» (di soli cinque paragrafi) il Jack London Short Story Prize nel 1985. Le sue storie sono ispirate dagli anni dell’infanzia trascorsi nelle città minerarie del West; dal tempo dell’adolescenza a Santiago, in Cile; da tre matrimoni falliti; dal problema dell’alcolismo; dagli anni vissuti a Berkeley, New Mexico, e a Città del Messico; dai tanti diversi lavori che dovette fare per sostenere i quattro figli e continuare a scrivere. Negli anni Novanta insegna presso l’University of Colorado, Boulder. Nel 2001, la salute sempre più fragile la costringe a trasferirsi nella California meridionale vicino ai figli. Muore nel 2004 a Marina del Rey. Bollati Boringhieri ha pubblicato La donna che scriveva racconti, eletto da «la Repubblica» miglior libro del 2016.

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