Le vie dell'orto Coltivare verdura e frutta sul balcone, sul davanzale o in piena terra, e difendere il proprio diritto alla semplicità

Le vie dell'orto

Coltivare verdura e frutta sul balcone, sul davanzale o in piena terra, e difendere il proprio diritto alla semplicità

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«Deve esserci un segreto, una magia nell’orto». La magia consiste nel realizzare qualcosa di bello e giusto sapendosi al tempo stesso limitare, lasciando aperto il dialogo fra uomo e natura. L’orto è come un ‘disegno’ non solo per la porzione di spazio che occupa, ma in rapporto a ciò che vi sta intorno. Seguendo i profili delle piante s’impara a smussare i confini del proprio ‘ego’. I solchi della terra si fanno allora crocevia d’incontri e volti visti, da cui trarre insegnamento. Fra queste pagine Pia Pera restituisce al lettore ciò che ha imparato dai suoi ‘Maestri d’Orto’: Massimo coi suoi preziosi pomodori, la Signora Rosina, un’ortolana di grande intuito e gentilezza, Franco ‘il bricoleur’ che ha trasformato il giardino in un laboratorio a cielo aperto. Sono ritratti ottenuti osservando le persone non percome appaiono, ma per quello che fanno. Ecco che il racconto diventa materiale, raccolta di consigli ed elenco di varietà, tipologie di ortaggi e terreni. L’autrice fornisce al lettore tutti i dettagli utili per costruire il proprio ‘orto/giardino’, che sia in campagna o sul balcone di città. Sono sufficienti pochi centimetri per scoprire ciò che si cela dietro ogni gesto di ispezione, scavo e cura del terreno. Attraverso il lavoro si può arrivare alla radice del sapere stare al mondo, in ascolto dell’altro: l’orto come luogo di terapia, dove mettere al vaglio la propria aderenza al ‘Principio di Realtà’. Il progetto di Cascina Bollate, le esperienze di condivisione e insegnamento di Luisa Gastaldo e della maestra Nadia sono, per Pia Pera, tutte realizzazioni di uno spazio capace di affermare «il più conculcato dei nostri diritti: quello alla semplicità».

Dettagli libro

Sull'autore

Pia Pera

PIA PERA (Lucca, 12 marzo 1956 – Lucca,26 luglio 2016) è stata scrittrice di saggistica e narrativa e traduttrice dal russo. Esordisce nella narrativa con il libro di racconti La bellezza dell’asino (Marsilio 1992) e il romanzo Il diario di Lo (Marsilio 1995; Ponte alle Grazie 2018). Del 2000 è il saggio L’arcipelago di Longo Maï. Un esperimento di vita comunitaria (Baldini&Castoldi) che segna una svolta: in cerca di una diversa dimensione del vivere, Pia Pera lascia Milano per trasferirsi nel podere di famiglia in Lucchesia dove matura una filosofia del giardino che sarà al centro della sua produzione letteraria successiva: nel 2003 esce per Ponte alle Grazie L’orto di un perdigiorno. Seguono Il giardino che vorrei (Electa 2006, Ponte alle Grazie 2015), Contro il giardino, con Antonio Perazzi (Ponte alle Grazie 2007; 2021). Giardino & Ortoterapia (Salani 2010, ripubblicato ampliato come Le virtù dell’orto, Ponte alle Grazie 2016), Le vie dell’orto (Terre di mezzo 2011; Ponte alle Grazie 2021). Ha scritto di natura e giardino anche su Gardenia, Il Giornale, Internazionale, Diario, sulla Domenica del Sole 24 Ore. Nel 2012 scopre di essere malata di sclerosi laterale amiotrofica, muore quattro anni dopo. Il racconto dell’attesa della morte è al centro del suo capolavoro, Al giardino ancora non l’ho detto (Ponte alle Grazie 2016), finalista al premio Viareggio e vincitore del premio Rapallo. La sua vita è narrata nel romanzo Due Vite di Emanuele Trevi (Neri Pozza 2021) vincitore del premio Strega 2021.

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