Da diversi anni, da quando nell’estate del 1993 pubblicò un suo saggio sulla rivista «Foreign Affairs», le tesi di Samuel P. Huntington sugli scenari geopolitici mondiali sono al centro del dibattito e influenzano tutte le discussioni di politica internazionale. In questa più ampia e approfondita analisi quelle ipotesi vengono sviluppate affrontando anche i temi della proliferazione degli armamenti (e del nucleare), dello sviluppo demografico e dell’emigrazione, della democrazia e dei diritti umani. Per lo studioso americano la storia non è affatto finita con il crollo del comunismo. Oggi, conclusa la Guerra fredda, gli esseri umani non si definiscono più in base all’ideologia o al sistema economico in cui operano, ma cercano di definire la loro identità in base alla propria lingua e religione, alle proprie tradizioni e costumi. Di conseguenza la politica mondiale si sta riconfigurando secondo schemi culturali. Più precisamente, i «punti caldi» dello scacchiere internazionale si trovano tendenzialmente lungo le «linee di faglia» tra le diverse civiltà del pianeta. Negli ultimi anni questa tesi è stata tragicamente confermata dai conflitti in Bosnia e in Cecenia, nell’Asia Centrale e nel Kashmir, in Sudan e nello Sri Lanka. In questo scenario multipolare, dove emergono con grande evidenza lo sviluppo demografico dei paesi musulmani e l’ascesa della Cina, come potranno convivere le diverse civiltà? E quale può essere il ruolo della civiltà occidentale e dei suoi valori? Attraverso un lucido e informatissimo panorama delle forze che sospingono la politica mondiale verso il nuovo millennio, Lo scontro delle civiltà offre un for-midabile strumento per capire il mondo in cui viviamo.
Dettagli libro
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Editore
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Testo originale
Sì -
Lingua
Italiano -
Lingua originale
Inglese -
Data di pubblicazione
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Numero di pagine
503 -
Argomento
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Collana
Sull'autore
Samuel P. Huntington
Samuel P. Huntington (New York, 1927 – Martha’s Vineyard, 2008) è stato uno dei massimi esperti di politica estera. Docente alla Harvard University, fino al 2000 è stato direttore del John T. Olin Institute for Strategic Studies, ed è stato presidente della Harvard Academy for International and Area Studies. Fondatore e condirettore di «Foreign Policy», ha pubblicato numerosi saggi.