«Nessuno comprende realmente fino a che punto lo Zarathustra fosse connesso con l'inconscio e dunque con il destino dell'Europa in generale»: queste parole di Jung risuonarono in un momento drammatico per la nostra storia. Erano gli anni trenta del secolo scorso e Jung, a Zurigo, si rivolgeva in inglese a un pubblico cosmopolita di un'ottantina di persone – in primo luogo analisti praticanti, allievi che seguivano il training, un gruppo selezionato di pazienti in analisi – riunito il mercoledì mattina per ascoltare il suo seminario su Nietzsche e intervenire con discussioni e richieste di chiarimenti, in una libera conversazione che conservava gli echi degli eventi politici e si concedeva interessanti sviamenti dal tema principale e sapide battute di spirito. Tra il 1934 e il 1939, nel dialogo settimanale con loro si officiò un rito di conoscenza che si contrapponeva nei modi e nei risultati al colossale travisamento che di Nietzsche stava operando il nazismo, spacciandolo come profeta del superuomo. Attraverso il commento puntuale a Così parlò Zarathustra, Jung rinsaldò il suo rapporto con il pensiero di Nietzsche, che era iniziato nel 1913, subito dopo la rottura con Freud. Per diversi motivi poteva fare propria l'affermazione nietzschiana: "Io ho sempre scritto le mie opere con tutto il mio corpo e tutta la mia vita". Lottare con la psiche estremamente complessa di Nietzsche, quale traspare dal suo scritto più noto e in.uente, fu per Jung un'altra occasione per immergersi ancora una volta nella propria.
Dettagli libro
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Editore
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Lingua
Italiano -
Data di pubblicazione
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Numero di pagine
505 -
A cura di
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Collana
Sull'autore
Carl Gustav Jung
Carl Gustav Jung (1875-1961) iniziò la sua attività nel 1900 nel famoso ospedale «Burghölzli» di Zurigo, sotto la guida di Eugen Bleuler, uno dei grandi maestri della psichiatria dinamica. Durante questi «anni di apprendistato» mise a fuoco la sua nozione di realtà psichica (teoria dei complessi autonomi) ed elaborò alcuni strumenti per la comprensione dei disturbi mentali (test di associazione verbale). Nel 1907 entrò in contatto con Freud, con cui stabilì uno stretto rapporto umano e scientifico, assumendo una posizione di primo piano nel movimento psicoanalitico, ma nel 1912 la pubblicazione di Trasformazioni e simboli della libido segnò la rottura del loro sodalizio e il distacco di Jung dalla psicoanalisi. Ne seguì un lungo periodo di «malattia creativa», caratterizzato da un serrato corpo a corpo con l’inconscio e le sue immagini archetipiche, di cui dà testimonianza Il Libro rosso. Esperienza decisiva da cui si cristallizzarono, negli anni della maturità, il sistema della psicologia analitica (dottrina dell’inconscio collettivo e degli archetipi, tipologia psicologica, energetica psichica e processo di individuazione, principio di sincronicità) e un’eccezionale messe di indagini storico-religiose, soprattutto nei campi dell’alchimia, dell’astrologia e del pensiero orientale. Le Opere di Jung sono pubblicate da Bollati Boringhieri a cura di Luigi Aurigemma (24 voll., 1965-2007).