Memorie minime

Memorie minime

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«Brevi pagine che hanno la tenera freschezza di una foglia pur essendo essenziali come la sua nervatura.»
Claudio Magris

Memorie minime raccoglie otto brevi prose – minime, appunto – che Giulio Bollati ha lasciato dietro di sé, quasi perdute, che sono state raccolte dopo la sua morte, pubblicate con una prefazione di Claudio Magris nel 2001 e che vengono riproposte oggi in questa nuova edizione.
L’editore e l’intellettuale lasciano qui spazio allo scrittore puro, al cesellatore di ricordi e frammenti, al prosatore elegante. Come immagini fotografiche sbiadite, questi brevi flash narrativi schiudono memorie e mandano lampi di poesia. Non senza ironia (indimenticabile la gita in Provenza con Italo Calvino a trovare Pablo, «Pablo chi?», Pablo Picasso), sono tuttavia costellati di un’amarezza leggera o, forse meglio, di una soavità profonda.
È un Giulio Bollati «minore», può darsi, ma c’è l’ingegno dell’editore raffinato anche in queste pagine, scritte per sé e non per essere pubblicate, dunque intime e profondamente autentiche.
 

Dettagli libro

Sull'autore

Giulio Bollati

Giulio Bollati (1924-1996), dopo gli studi alla Scuola Normale Superiore di Pisa, iniziò presso la casa editrice Einaudi il lungo tragitto che ne fece una figura di primo piano dell’editoria italiana, culminato nel 1987 nella guida della Bollati Boringhieri. All’attività editoriale affiancò quella saggistica: curò testi di Manzoni e Leopardi e opere collettive (con Luciano Gambi l’Atlante della Storia d’Italia, 1976; con Carlo Bertelli L’immagine fotografica, 1845-1945 degli Annali della Storia d’Italia, 1979). Di Giulio Bollati, nella sua casa editrice (dopo la sua morte), vennero pubblicati due libri Da Verri a Cattaneo. La prosa morale e civile in Italia tra Settecento e Ottocento (1997) e Giacomo Leopardi e la letteratura italiana (1998) poi confluiti, assieme ad altri scritti, in questo volume, uscito per la prima volta nel 2014 e di cui oggi si propone la nuova edizione. Assieme al suo L’italiano. Il carattere nazionale come storia e come invenzione (Einaudi, 1983), questi scritti rappresentano il cuore del lavoro critico di Bollati.
 

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