Nina e Macchia e altre storie di alberi e giardini

Nina e Macchia e altre storie di alberi e giardini

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Dall'autrice di Al giardino ancora non l'ho detto

«Pia era incantevole.»
Emanuele Trevi

LA RICCHEZZA DELLA NATURA, L’IMPORTANZA DI PRENDERSENE CURA,E LA MERAVIGLIA DEI FRUTTIDI UN ORTO INCANTATO

In quell’ora sospesa fra la notte e l’alba, Marco lascia casa sua in direzione di una baia inesplorata. Lì non ci sono bare neanche negozi, ma c’è un orto, con pomodori lucidi e dolci, tenere lattughe e fragole così succose da macchiare le dita. A occuparsene è la saggia Caterina, insieme alla cagnolina Macchia e all’intelligentissima asina Nina. Grazie a loro, Marco scoprirà che tutte le cose più buone che la terra regala hanno bisogno di un piccolo (insospettabile!) aiuto per crescere.

Pia Pera ha scritto di natura, paesaggio e giardino e come pochi ha saputo raccontare il mondo naturale e lo ha trasformato in grande letteratura.

Con un ritratto di Pia Pera bambina di Cristina Palomba e gli esperimenti botanici di Nadia Nicoletti

Illustrazioni di Sofia Paravicini

Dettagli libro

Sull'autore

Pia Pera

PIA PERA (Lucca, 12 marzo 1956 – Lucca,26 luglio 2016) è stata scrittrice di saggistica e narrativa e traduttrice dal russo. Esordisce nella narrativa con il libro di racconti La bellezza dell’asino (Marsilio 1992) e il romanzo Il diario di Lo (Marsilio 1995; Ponte alle Grazie 2018). Del 2000 è il saggio L’arcipelago di Longo Maï. Un esperimento di vita comunitaria (Baldini&Castoldi) che segna una svolta: in cerca di una diversa dimensione del vivere, Pia Pera lascia Milano per trasferirsi nel podere di famiglia in Lucchesia dove matura una filosofia del giardino che sarà al centro della sua produzione letteraria successiva: nel 2003 esce per Ponte alle Grazie L’orto di un perdigiorno. Seguono Il giardino che vorrei (Electa 2006, Ponte alle Grazie 2015), Contro il giardino, con Antonio Perazzi (Ponte alle Grazie 2007; 2021). Giardino & Ortoterapia (Salani 2010, ripubblicato ampliato come Le virtù dell’orto, Ponte alle Grazie 2016), Le vie dell’orto (Terre di mezzo 2011; Ponte alle Grazie 2021). Ha scritto di natura e giardino anche su Gardenia, Il Giornale, Internazionale, Diario, sulla Domenica del Sole 24 Ore. Nel 2012 scopre di essere malata di sclerosi laterale amiotrofica, muore quattro anni dopo. Il racconto dell’attesa della morte è al centro del suo capolavoro, Al giardino ancora non l’ho detto (Ponte alle Grazie 2016), finalista al premio Viareggio e vincitore del premio Rapallo. La sua vita è narrata nel romanzo Due Vite di Emanuele Trevi (Neri Pozza 2021) vincitore del premio Strega 2021.

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